Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 24/11/2021 Qui - Un'immersione nella Edo
della prima metà del XIX secolo. Una storia di
formazione personale e professionale tanto curata nei dettagli quanto
densa di carica espressiva, e tuttavia fredda e compassata nel ritmo. La
storia di O-ei, talentuosa figlia del più famoso Hokusai (personalmente
sconosciuto pittore, ma uno dei principali artisti giapponesi dello
stile ukiyo-e [mondo
fluttuante]: genere di stampa artistica giapponese), che una propria via
al di fuori dell'ombra del padre vorrebbe trovare. L'impostazione è
quella di uno slice of life, quindi non esiste,
sostanzialmente, una trama, anche se si possono suddividere i diversi
episodi in due categorie: una parte riguarda il rapporto fra il pittore e
i suoi discepoli e figlie, un'altra riguarda episodi soprannaturali
legati al mondo della pittura tradizionale. Questi ultimi episodi sono
quelli che maggiormente mi hanno interessato al film, ma anche la figura
di O-nao, figlia cieca del pittore, è ben caratterizzata e
interessante, più noiosi i vari discepoli che servono ad alleggerire
complessivamente il film. Degna di nota (negativa) la musica: il rock è
davvero inappropriato e avrei preferito una musica più contestuale.
Insomma un film, diretto da Keiichi Hara, prodotto dallo studio
Production I.G, tratto dal manga Sarusuberi di Hinako Sugiura,
visivamente e concettualmente interessante, ma lento e non convincente
del tutto. Voto: 6
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