Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/11/2021 Qui - Film
diviso in due parti. La prima, veramente riuscita, ambienta benissimo
la vicenda nella Milano anni Ottanta, usa molto bene le maestranze a
disposizione e costruisce un clima malinconico e amaro, molto adatto a
un noir. La tavola sembra apparecchiata per una sorpresa, ma la seconda
parte deraglia purtroppo in una storia sgangherata e senza molto senso,
che pesca a piene mani nell'improbabile. Casting assortito alla bell'e
meglio (c'è pure Libero De Rienzo, al suo ultimo film), un protagonista intollerabilmente
monocorde (raramente si sono visti attori tanto legnosi come Mario
Sgueglia) e un intreccio (tratto dall'omonimo romanzo di Giorgio
Faletti) alla perenne ricerca del colpo di scena, in barba alla minima
plausibilità dello sviluppo narrativo. E così tra agenti donna del Sisde
con licenza d'uccidere, senatori con la pistola, brigatisti part time,
la vicenda si sfascia sotto gli occhi dello spettatore illuso di aver
trovato un noir italiano di livello. Un deciso passo indietro per Fabio Resinaro, co-regista del buonissimo Mine,
che mette troppa carne al fuoco e non riesce ad impiattare la tavola
come si deve. Peccato, l'idea di partenza avrebbe meritato una sorte
migliore. Voto: 5
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