Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/11/2021 Qui - Storia (vera) anche bella e interessante (sceneggiato da Vanessa Taylor,
il film è l'adattamento cinematografico dell'omonimo libro di memorie
del 2016 di J. D. Vance) ma piena a tappo di retorica buonista, col
classico americano medio che ce la fa nonostante tutto. Tante situazioni
già viste, niente di nuovo. Non naufraga per le ottime prove della Amy
Adams (nonostante un certo overacting) e soprattutto della Glenn Close,
un vero mostro sacro della recitazione, che non per caso ha ricevuto
l'ennesima (l'ottava a fronte di zero statuette) candidatura all'Oscar
(questa volta come migliore attrice non protagonista). A tal proposito,
quest'ultima molto somigliante all'originale, diciamo quindi
giustificata la seconda candidatura ricevuta dal film, quella per
miglior trucco e acconciatura. Del resto non si salva molto e (il
grande) Ron Howard (ahimè) non piazza mai un colpo un po' ad
effetto per
migliorare un pochino una sceneggiatura appunto sincera ma troppo poco
statica e povera. Delude lui (capace di ben altro e di molto superiore
qualitativamente parlando), ma soprattutto questo film, troppo lungo,
abbastanza prevedibile e con poco mordente per convincere abbastanza, o
almeno il minimo indispensabile.
Voto: 5,5
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