mercoledì 24 novembre 2021

L'isola di Giovanni (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 24/11/2021 Qui - Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, e in seguito allo sgancio delle atomiche, l'isola giapponese di Shikotan viene occupata dall'esercito russo. Nonostante la situazione sia particolarmente drammatica (la convivenza praticamente forzata), due bambini, provenienti da contesti culturali e geografici molto differenti, diventano amici. Quello che viene dopo è la lotta che diventa molto più dura con il passare dei giorni e sopravvivere diventa una sfida. Questo anime quindi ripercorre quei drammatici accadimenti, così come era già stato fatto per Una tomba per le lucciole, attraverso gli occhi di un bambino, che assisterà al susseguirsi degli eventi (tragici) che segneranno in modo indelebile tutta la sua esistenza. Il film (diretto da Mizuho Nishikubo) può essere diviso in due parti: nella prima, nonostante l'invasione nemica, viene lanciato un messaggio di speranza sulla possibilità di convivenza fra due popoli diversi. Vediamo, infatti, bambini giapponesi cantare in russo e, per tutta risposta, bambini russi cantare in giapponese. Banale ma efficace. Nella seconda parte, invece, viene descritto l'orrore della deportazione e della separazione dai propri familiari. E' una parte molto intensa seppur caratterizzata da una serie di scelte che ho trovato molto inverosimili. Ma la scelta che mi ha lasciato più perplesso è quella inerente proprio al titolo ed ai suoi riferimenti letterari, Giovanni viene infatti da "Una notte sul treno della Via Lattea" di Kenji Miyazawa, racconto poetico che viene assorbito dal film stesso, facendolo diventare purtroppo per me, leggermente pedante. Nonostante ciò, oggettivamente un buon film, certamente istruttivo e sicuramente riuscito. Voto: 6,5

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