Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/11/2021 Qui - Un amaro apologo sulla divisione in caste, basato su una sceneggiatura
intelligente (una sceneggiatura non originale, e ci sta, candidata agli
Oscar, si tratta infatti dell'adattamento cinematografico dell'omonimo
romanzo di Aravind Adiga del 2008) che mette bene in evidenza
l'immobilismo e le forti sperequazioni della società indiana. Sembra il
classico racconto di lotta per la sopravvivenza e ascesa sociale
nell'India morsa dalla povertà, ma questo anti-Millionaire va
oltre, e
affonda il coltello nella cancrena delle caste e nella corruzione, con
cinismo, prima seducendo lo spettatore con i toni della commedia per poi
inghiottirlo in un mondo tutto marcio dove nessuno si salva. In questo
senso, magari non tutto può apparire coerente come caduta o ascesa del
protagonista, ma ha il merito di rinunciare alle sequenze
melodrammatiche o telefonate. Voce off, qualche lungaggine e qualche
virata favolistica, sono riscattate dall'interpretazione del giovane Adarsh Gourav (nel suo primo ruolo da protagonista) e dalla cura scenografica, anche se un po' troppo patinata.
Una storia tagliente, implacabile, universale, diretta da
Ramin Bahrani (regista anche del film tv Fahrenheit 451), da non sottovalutare e possibilmente vedere. Voto: 6,5
Nessun commento:
Posta un commento