Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 24/11/2021 Qui - Il primo capitolo della serie Ponoc Short Films Theatre raccoglie tre
cortometraggi in tecnica mista (appunto) dello Studio Ponoc, uno studio
di animazione giapponese in cui, qualche anno fa, sono convenuti alcuni
animatori dello Studio Ghibli, e che ha già realizzato il lungometraggio
Mary e il fiore della strega (2017). I corti animati che compongono
questo progetto affrontano tutti argomenti diversi (due su tre sono
fantasy), adottando differenti stili e toni. Il risultato finale è
incerto, anzi, citando il titolo del progetto, modesto. Quel che mi ha
lasciato più perplesso è l'inconsistenza della materia narrativa di
ciascun corto. A questa considerazione fa leggermente eccezione il terzo
corto, "Invisible" Man, forse il più centrato dal punto di vista delle
suggestioni, sicuramente affascinante per la sua estetica, ma, comunque,
incerto in alcuni passaggi del racconto. Il peggiore fra tutti mi è
sembrato il primo, Kanini & Kanino, banale e ingenuo nella storia e
nelle risoluzioni, sia narrative che grafico-estetiche. Life Ain't Gonna
Lose è una storia di formazione carina (di un ragazzino allergico), ma
innocua. Però, le riconosco il pregio di aver messo in scena con
abbondanza di dettagli (il cibo!) vari aspetti della vita jappo. Punto a
sfavore: rapporto madre-figlio e character design/cromatismi ricordano
troppo (troppo) quelli di Ponyo di Miyazaki (e alcune soluzioni
ricordano anche il mood estetico de La principessa splendente di
Takahata). Insomma, lo Studio Ponoc merita attenzione, ma ha ampi
margini di crescita. In particolare, mi auguro che si affranchi a
sufficienza dagli standard dello Studio Ghibli, pur mantenendone la
qualità formale. Voto: 5,5
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