sabato 21 novembre 2020

Cattive acque (2019)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 21/11/2020 Qui - Regista dalla spiccata personalità, Todd Haynes (quello dell'elegante e raffinato Carol per intenderci) mette da parte il suo stile per dirigere un film che si colloca nel solco della tradizione americana delle pellicole con forte vocazione all'impegno civile. Una storia (di sicuro impatto) ben raccontata (e con una sceneggiatura che fa presa, che anche se non decolla mai con impeti emotivi o grossi colpi di scena, intrattiene per quello che deve) di opposizione allo strapotere industriale. Ben sottolineata la fragilità del protagonista, che paga un notevole pegno personale alla sua battaglia, impersonato dal bravissimo Mark Ruffalo che mette in ombra il resto del (gran) cast. Cattive acque è infatti un film d'inchiesta, contro i poteri forti, contro le industrie, contro le istituzioni, contro la lentezza della burocrazia. Sottilmente acuto e riflessivo: anche se le fabbriche avvelenano l'uomo, l'uomo ne ha bisogno per lavorare, per vivere. L'avvocato Rob Billott (Mark Ruffalo qui per metà produttore) se ne accorgerà sulla propria pelle. Difensore di aziende chimiche si "convertirà" grazie ad un "vaccaro", quando questi gli mostrerà come le sue mucche impazziscano nel bere le acque sporche. Motivo? Teflon, un agente chimico che riveste utensili domestici come le pentole. La fabbrica smaltisce veleno e le falde acquifere sono contaminate. Colpisce e mette una certa impotenza, soprattutto leggendo gli impressionanti titoli di coda. Certo, niente di nuovo rispetto ad altre pellicole di genere, anzi, è pure un po' troppo verboso, malgrado ciò è avvincente, è ben interpretato e diretto con mano sicura dal regista, di cui questo non è forse il suo migliore, ma è in ogni caso un valido prodotto. Voto: 7

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