Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 05/11/2020 Qui - Sion Sono non si fa mancare niente, e con questo film adatta il manga Tokyo Tribe-2 di Santa Inoue. Già dalla sequenza di apertura si rimane stupiti: un lungo piano sequenza in cui ci addentriamo nei vicoli di una Tokyo reinventata in studio come covo di punk e gangster dai colori sgargianti, guidati da un rapper che ci fa da Virgilio in questo girone infernale a ritmo di musica disco/rap/elettronica. Anche se non totalmente cantato, il film ha una colonna sonora praticamente ininterrotta che, assieme ai colori psichedelici di scenografie e costumi, ha un poter ipnotico sullo spettatore, avvinghiato da un magma audiovisivo che martella il nervo ottico e l'apparato uditivo. Fra una citazione e l'altra (Quentin Tarantino e Lars von Trier tra gli altri) assistiamo alla passerella di improbabili personaggi e conosciamo le principali gang che si contendono il dominio sulla città. La trama è esile e non ha molta importanza, ciò che conta è farsi trascinare dall'azione, sempre più improbabile e surreale al procedere del film, il quale finisce con una lunga sequenza di scazzottata generale. C'è di tutto in questo film: azione, erotismo, commedia, amore, dramma, comicità grottesca tipicamente nipponica e come detto tanta musica. Ci sono poi le stranezze e le trovate tipiche del regista, come gli esilaranti stacchi montaggio sulla vecchietta DJ o gli spericolati movimenti di macchina. E vi si può persino leggere un'allegoria della società giapponese (ancora radicata nella logica feudale dei signorotti locali con piccoli eserciti al seguito e perennemente in lotta fra loro) nonché notare la predilezione nipponica per i giochi di ruolo e le meccaniche da videogame. Poco importa allora se gli effetti speciali siano vistosamente posticci, o se le scenografie tradiscano a volte la loro natura artificiale: in un film-gioco come questo anche la mancata sospensione di incredulità può contribuire al divertimento. Eppure sebbene il divertimento appunto non manchi (specie se si entra nel mood del film e si sta alle regole del gioco), il rischio noia e saturazione c'è, soprattutto per chi non ama la musica di cui sopra (in parte anch'io). Inoltre gli eccessi dell'ultima parte fanno scivolare tutto nel ridicolo e nel trash. Può comunque avere un suo perché, infatti va bene che il regista ha fatto pellicole migliori di questa, però è di un livello più che pregevole. Voto: 6
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