giovedì 5 novembre 2020

Love Exposure (2008)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 05/11/2020 Qui - Incommentabile, non si può aggiungere altro. Come girare un'opera che non rientra in nessun genere e in realtà abbracciarli tutti, peraltro con una durata assurda (4 ore) e non sentire (c'è da dire però che non l'ho visto in una sola volta) neanche un attimo di noia, anzi, ne vorresti ancora? Chiedete a Sion Sono, regista di un film decisamente incredibile per inventiva e molto altro. Love Exposure è principalmente l'ennesima dissertazione ora demenziale, ora surreale a scardinare pezzo per pezzo l'istituzione (famigliare, religiosa, societaria), forzatissimo e molto stile anime eppure con una forza prorompente ed inarrestabile. La storia è in fondo semplice, dalla ricerca dell'anima gemella, all'innamoramento, dall'amore non corrisposto, al vivere felici e contenti. La differenza rispetto ad un qualunque altro film che tratta lo stesso argomento è che qui in mezzo c'è tutto, valori e violenze familiari, religione e fede, perversioni e sentimenti. Vi si trovano infatti argomenti che spaziano dalla critica al sentimento religioso (sia delle religioni codificate che delle nuove sette) alla romantica storia d'amore chiaramente impossibile, dai turbamenti erotici adolescenziali alla satira sulla paludata e benpensante società giapponese, dalla rappresentazione delle arti marziali agli splatterismi stile Tarantino (anche se è proprio Quentin che si è fatto influenzare da un certo stile nipponico). Il tutto mescolato con intelligenza e realizzato in modo demenziale, grottesco, drammatico, addirittura splatter. Si ride spesso, si sente l'ammiccamento erotico che pervade tutto il film, ci si immedesima nell'odio profondo verso la setta che fa il lavaggio del cervello alla Yoko della brava Hikari Mitsushima, si tifa per l'infelice e incompreso Yu (Takahiro Nishijima). C'è una colonna sonora che include la musica classica, il rock e finanche il pop psichedelico, che dà ritmo a tutte le scene del film, di un film sicuramente non perfetto (il regista a volte si fa prendere troppo la mano come spesso gli capita) ma coinvolgente, una miscela di tanti generi cinematografici assemblata in maniera eccellente. In definitiva opera complessa e molto interessante è questa, un'opera da vedere, anche solo per provare, ma attenzione, giacché l'opera rischia di non prestarsi ad un intrattenimento immediatamente fruibile, ci vuole tempo difatti, però se ti prende difficile pentirsene, soprattutto se a vederlo sono gli amanti del cinema giapponese, a cui il film sembrerebbe innanzitutto rivolgersi. Voto: 7,5

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