Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 09/11/2020 Qui - Cinque anni dopo la morte del fidanzato in un incidente, Melissa si presenta a casa della madre di lui dichiarando in assoluta buona fede di essere incinta del morto: miracolo dell'amore, fecondazione con spermatozoi congelati oppure il mistero ha un'altra spiegazione? Thriller dalle discrete potenzialità che, dopo una discreta partenza, finiscono per arenarsi nella mediocrità di una trama sensazionalistica fitta di forzature e comportamenti insensati. L'inizio è da thriller puro, con un ansiogeno inseguimento nel bosco, dopo i primi minuti però le atmosfere sembrano voler spaziare tra velleità mystery e suggestioni religiose. E con le locandine che facevano presagire risvolti romantici, di carne al fuoco ve ne era parecchia sulla carta: Strange but true purtroppo non mantiene nessuna delle premesse di partenza e con lo stanco procedere degli eventi il film si rivela finalmente nella sua essenza, morbosa e soporifera. Nell'adattare l'omonimo romanzo di John Searles il regista Rowan Athale non trova la corretta chiave di lettura, rivelandosi incapace sia di emozionare che di suscitare la minima dose di suspense a tema, sprecando, oltre allo spunto, anche l'ottimo cast a sua disposizione (e non si parla solo di Brian Cox, ma anche di Nick Robinson, di Amy Ryan, di Greg Kinnear e soprattutto di Margaret Qualley), qui vittima di personaggi mai credibili o genuini. Voto: 5
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