Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 09/11/2020 Qui - Il film più autobiografico di Pedro Almodovar ed uno tra i suoi più colorati e pop, qualità messe lì quasi a contrastare i tristi acciacchi fisici e mentali del protagonista, un regista di mezza età ormai a corto d'ispirazione. E' la fotografia di un artista in crisi che porta però ad una lenta risalita, raccontata con partecipe amabilità grazie ad un mix di flashback della propria infanzia e della madre in particolare (non tutti riusciti), moderne scoperte (l'eroina da fumare che allevia le sofferenze) e toccanti incontri ancora dal passato (la sorprendente visita del primo amore). Il regista spagnolo sembra aver placato gli eccessi del suo solito cinema, e pur confezionando per un intenso Antonio Banderas uno dei suoi personaggi più maturi della sua filmografia, la pellicola non riesce a solleticare le corde del cuore, persa in un limbo di nostalgia e commiserazione, il finale però è molto poetico. Per Almodovar in ogni caso un piccolo passo in avanti dopo Julieta, seppur anche qui ci si poteva aspettare di più sul piano emozionale. C'è anche qualche bella scena ma nulla che resti davvero nella memoria, siamo però e comunque in presenza di un buon film. Voto: 6
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