Titolo Originale: The Favourite
Anno e Nazione: Irlanda, Regno Unito, USA 2018
Genere: Storico, Biografico, Commedia, Drammatico
Produttore: Ceci Dempsey, Ed Guiney
Lee Magiday, Yorgos Lanthimos
Lee Magiday, Yorgos Lanthimos
Regia: Yorgos Lanthimos
Sceneggiatura: Deborah Davis, Tony McNamara
Cast: Olivia Colman, Emma Stone, Rachel Weisz
Nicholas Hoult, Joe Alwyn, Mark Gatiss, James Smith
Nicholas Hoult, Joe Alwyn, Mark Gatiss, James Smith
Durata: 110 minuti
Oscar, Golden Globe e Coppa Volpi a Olivia Colman nell'acclamato film di Lanthimos premiato a Venezia.
Le cortigiane Emma Stone e Rachel Weisz si contendono le attenzioni della regina.
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/04/2020 Qui - Quello di Yorgos Lanthimos non è e non sarà mai un cinema semplice, "per tutti". In The Favourite, la carriera del regista greco viene ribadita anche se lo si può definire come il suo film più "commerciale" e "lineare" tra i suoi ultimi 3 lavori (questo compreso). Se l'elemento grottesco già presente pesantemente in The Lobster (un gradino sopra a questo) e ne Il sacrificio del cervo sacro (un gradino sotto a questo) qui resta inalterato, ciò che varia (ma non troppo) è il racconto (sceneggiatori diversi rispetto al solito) maggiormente aderente ad un normale sviluppo "commerciale" (di nuovo, virgolette d'obbligo), in quanto è presente una sorta di canovaccio ed è meno astratto dei film precedenti, quindi più facilmente fruibile dal grande pubblico. Questo permette al regista una maggiore concentrazione sui personaggi, qui in particolare sulle tre protagoniste (tutte splendide, dall'insicurezza fobica della Olivia Colman ai sadismi e all'egoismo di Rachel Weisz ed Emma Stone, la prima ha vinto l'Oscar, meritatamente o meno lei e le altre bravissime). In ogni caso il film è irriverente, caustico e sfrontato come gli altri (forse anche di più), con dialoghi pungenti e sarcastici, a volte comici. In questo gioco al massacro dove ciò che conta sembra essere la lotta tutta individuale per un posto al fianco del potere (il film infatti racconta di una cortigiana, la favorita della regina Anna, che si vede sostituita nelle grazie della regina dalla cugina di ceto inferiore e ne consegue che ne rivendichi le grazie, e in tutti i sensi), le inquadrature del regista non sono solamente il mezzo tramite cui raccontarci e mettere in scena una storia, ma anche il come si inquadra (indaga) il potere: lo sguardo di accusa è palese, così come il contrasto tra la magniloquenza ridondante della location e le pacchianerie della nobiltà, tra bicchieri rotti a terra, corsa delle oche e tiro all'arancia. Il grandangolo e la notevole messa in scena ci rende ancor più stridente questo contrasto visivo, che è anche quello storico e politico tra il secolo dei lumi, è un potere flebile, disinteressato, legato al peggio dell'egoismo (qui femminile) fatto di avvelenamenti, giochi sessuali e puro arrivismo individualista. Il tutto sottolineato da un sonoro incessante e a volte volutamente disturbante. Insomma un lavoro certosino davvero notevole, peccato solo che come in Maria regina di Scozia la strada della libertà storica intrapresa stridi leggermente. Va bene che le dinamiche tra i personaggi tacciati di chissà quale "perfidia" sembrano abbastanza normali, però dà parecchie interpretazioni personali non troppo credibili su fatti storici poco chiari. Un aspetto del film che avrei migliorato (ma non è un difetto, è solo gusto personale) è il senso di claustrofobia che mi ha trasmesso: in fondo è una storia con un'unica location, per di più in interno (eccetto qualche fugace tirata al piccione) e questo limita il respiro del film, la cui scrittura poteva tranquillamente adattarsi anche al medium teatrale. Avrei gradito qualche incursione anche, non dico sui campi di battaglia, ma almeno nella vita del popolo là fuori. Nonostante ciò, promuovo questo film, un film grottesco che si fa ricordare. Voto: 7
Nessun commento:
Posta un commento