martedì 21 aprile 2020

Troppa grazia (2018)

Titolo Originale: Troppa grazia
Anno e Nazione: Italia 2018
Genere: Commedia
Regia: Gianni Zanasi
Cast: Alba Rohrwacher, Elio Germano, Giuseppe Battiston
Rosa Vannucci, Hadas Yaron, Carlotta Natoli
Thomas Trabacchi, Daniele De Angelis, Vincent Papa
Durata: 100 minuti

Alba Rohrwacher, Elio Germano e Giuseppe Battiston in una commedia di Gianni Zanasi premiata a Cannes.
La vita di una giovane geometra viene sconvolta dall'apparizione della Vergine Maria.
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 21/04/2020 Qui - Lo dico subito così da non creare fraintendimenti, La felicità è un sistema complesso (dello stesso regista Gianni Zanasi) era migliore di questo film che comunque, indipendentemente dal risultato finale, è l'ennesima prova che il cinema italiano negli ultimi anni si stia riprendendo da un lungo periodo buio di generale e radicata mediocrità, ciò lo si percepisce dallo spirito genuino e spontaneo e dall'originalità con la quale viene espresso. Purtroppo, per quanto le intenzioni iniziali siano alquanto interessanti e di lodevole ambizione, nel corso della sua durata il film degrada in una confusione interiore e una mancanza di sicurezza che lo porta ad una conclusione superficiale, raffazzonata e sbrigativa. Una progressione a questa conclusione abbastanza visibile e sentita anche solo dalla sceneggiatura che si fa sempre più incerta e vuota, con un susseguirsi di eventi sempre meno sensati, credibili (nel suo in-credibile contesto) e coerenti (ad una geometra "freelance" le appare la Madonna, la sua vita e quella di chi le sta intorno cominciano a cambiare) con ciò che inizialmente sembrava voler raccontare e che alla fine va a perdersi, così come il significato generale della pellicola che alla fine da trovare appare molto forzato perché privo di consistenza. Un peccato vista la presenza di varie inquadrature e sequenze degne di essere ricordate perché suggestive e profonde, della grande sincerità e della satira comunque ben calibrata e densa di piacevole onestà ma anche della innegabile presenza di un lato estetico e tecnico indubbiamente notevole. Un'ottima fotografia, infatti, colora con luci chiare, nitide e colori molto espressivi delle inquadrature molto mature e studiate nonché molto ricercate e che il più delle volte funzionano su più livelli. Anche le interpretazioni non possono che essere gradite, in particolar modo quella della protagonista (Alba Rohrwacher, che non è più una scoperta) che con una spontaneità fuori dal comune interpreta egregiamente un ruolo tutt'altro che semplice, una performance che rende il personaggio molto interessante e dotato di una caratterizzazione, anche se solo velata, soddisfacente, al contrario degli altri personaggi che risultano superflui e inutilmente resi importanti da una storia che anche qui si dimostra incerta (gli attori comunque tutti bravi). Insomma il film finisce senza concludere praticamente nessuno dei percorsi narrativi che si apre nel corso dello svolgimento, tanto da esserne poi saturo e non sapere come gestirli in uno sviluppo pieno di intoppi. Voto: 5,5

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