martedì 14 aprile 2020

Il mistero di Donald C. (2018)

Titolo Originale: The Mercy
Anno e Nazione: Regno Unito 2018
Genere: Biografico, Drammatico
Produttore: Graham Broadbent, Peter Czernin, Scott Z. Burns
Nicolas Mauvernay, Jacques Perrin
Regia: James Marsh
Sceneggiatura: Scott Z. Burns
Cast: Colin Firth, Rachel Weisz, David Thewlis, Mark Gatiss, Genevieve Gaunt
Kit Connor, Jonathan Bailey, Ken Stott, Andrew Buchan, Anna Madeley
Finn Elliot, Adrian Schiller, Sebastian Armesto, Sam Hoare
Durata: 95 minuti

Colin Firth e Rachel Weisz nel biopic sulla folle impresa di Donald Crowhurst, che nel 1968 decise di fare il giro del mondo in barca a vela, in solitaria e senza scali.
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/04/2020 Qui - "Ho deciso di andare perché se fossi rimasto non avrei più avuto pace" è questa la premessa piuttosto avventurosa e balorda da cui muove la storia vera di Donald Crowhurst (velista amatoriale che prese parte alla Golden Globe Race del Sunday Times del 1968 con l'intento di diventare la prima persona nella storia a circumnavigare il globo in solitaria, senza soste), portata al cinema da James Marsh, il regista de La teoria del tutto, con esiti però piuttosto rigidi e monocordi. Queste storie sono infatti un'arma a doppio taglio: da un lato offrono molti spunti cinematografici, perché si sa che la stasi garantita da un viaggio in mare è un dispositivo narrativo colmo di libertà e potenzialità, ma dall'altro bisognerebbe saperle gestire al meglio, non scambiando l'assenza di eventi sostanziali per una semplice scorciatoia ma, al contrario, rafforzando se possibile ancor di più la drammaturgia. In questo caso invece tutto è all'insegna della grigia approssimazione e della telefonata sciatteria: il dramma del protagonista, così come i suoi sogni/incubi, sono privi di mordente, Colin Firth è non pervenuto e fuori parte nei panni di questo Ulisse moderno, angosciato e tramortito, e anche la regia non si schioda mai dal minimo sindacale, insinuando solo di rado il tema di una natura matrigna che obbliga l'uomo a tagliare i fili, ad occultare e occultarsi. Pure la sequenza onirica che ruota intorno ai cavalli, sulla carta notevole, è tirata via e sprecata con notevole faciloneria, a riprova dell'approccio sottotono di tutta l'operazione. Perniciosa anche la gestione dei flashback e il finale che scomoda il concetto di "grazia" (il titolo originale è The Mercy), con evitabili e posticce derive visive che scimmiottano a vuoto Terrence MalickDavid Thewlis si limita a timbrare il cartellino nel solito ruolo da comprimario, indegno del suo grande talento. Bene anche la Rachel Weisz, ma il ritmo non sempre fluidissimo non aiuta nella visione che, per lunghi tratti, risulta abbastanza statica e poco incisiva. Vedibile ma dimenticabile. Voto: 5,5

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