Titolo Originale: Vox Lux
Anno e Nazione: USA 2018
Genere: Drammatico, Musicale
Produttore: Jude Law, Natalie Portman, Mark Gillespie, Ron Curtis
Regia: Brady Corbet
Sceneggiatura: Brady Corbet
Cast: Natalie Portman, Raffey Cassidy, Jude Law, Stacy Martin
Jennifer Ehle, Maria Dizzia, Christopher Abbott, Meg Gibson
Matt Servitto, Daniel London, Leslie Silva, Willem Dafoe
Jennifer Ehle, Maria Dizzia, Christopher Abbott, Meg Gibson
Matt Servitto, Daniel London, Leslie Silva, Willem Dafoe
Durata: 105 minuti
Natalie Portman e Jude Law nell'intenso dramma di una popstar.
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 21/04/2020 Qui - Premiato nel 2015 come miglior regista a Orizzonti per l'opera prima L'infanzia di un capo (film che non ho visto), Brady Corbet è tornato a Venezia anni dopo con un film in Concorso. Vox Lux racconta una storia profondamente americana: una giovane ragazza, scampata a una tragedia che ha i medesimi contorni del massacro alla Columbine High School, diventa una pop star di fama internazionale. Attraverso una narrazione che copre un arco di tempo molto ampio, dal 1999 al 2017, il regista vuole raccontare il cambiamento sociale al quale abbiamo assistito in questi anni servendosi di un personaggio che è, a suo modo, l'incarnazione della stessa America. L'incipit è vigoroso e mette il film sulla buona strada, soffermandosi sul periodo di riabilitazione della ragazza e, soprattutto, sulla realizzazione del sogno nella terra in cui chiunque può farcela. Il regista non fa sconti e utilizza la metafora per condannare una società che, per difendersi dalle minacce interne ed esterne, ha scelto la via del disimpegno e della vacuità. Le ferite della nazione vengono esposte chiaramente dal film e, in generale, a prevalere è una sensazione di angoscia e di incapacità di vivere serenamente in questi tempi bui. Egli utilizza uno stile fortemente indipendente, lavorando sugli effetti stranianti e su una messa in scena frastornante. Nella prima parte, quella della formazione, Vox Lux trova il suo orizzonte e riesce (anche grazie alla folgorante interpretazione di Raffey Cassidy, che rivedremo anche nella seconda parte) a toccare le giuste corde. Con l'entrata in campo di Natalie Portman, la quale si conferma comunque come un'attrice di sicuro affidamento, il film scivola rapidamente verso il baratro. La protagonista di Jackie, che interpreta la pop star nel suo momento di declino, non riesce infatti a limitare i danni causati da uno script che si perde improvvisamente, riproponendo l'ennesima storia di autodistruzione. Il finale poi è estenuante e poco comprensibile a livello stilistico e narrativo. Resta l'amaro in bocca perché con un incipit di questo tipo il film avrebbe meritato una conclusione di tutt'altro respiro. In ogni caso seppur sbagliato film decoroso. Voto: 5,5
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