martedì 28 aprile 2020

La settima musa (2017)

Titolo Originale: Musa
Anno e Nazione: Spagna 2017
Genere: Thriller, Fantascienza, Horror
Produttore: Julio Fernández, Carlos Fernández, Laura Fernández
Brendan McCarthy, Jean-Yves Roubin, Manuel Chiche
Regia: Jaume Balagueró
Sceneggiatura: Jaume Balagueró, Fernando Navarro
Cast: Elliot Cowan, Franka Potente, Ana Ularu, Joanne Whalley
Christopher Lloyd, Leonor Watling, Manuela Vellés
Durata: 100 minuti

Horror esoterico di Jaume Balaguerò.
Un professore di letteratura, in lutto per la morte della fidanzata e perseguitato da incubi ricorrenti, si addentra in un mondo macabro.
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/04/2020 Qui - Ispirandosi ad un romanzo di José Carlos Somoza, il valido regista iberico Jaume Balaguerò si addentra nel fosco ma affascinante sentiero ispirativo che ha reso grandi nomi di autori come Dante, di cui il film cita espressamente alcuni passi notissimi de L'Inferno, e ci conduce entro un mondo tutto luci ed ombre, percorso con sapienza di autore navigato ed assai a suo agio nel rendere e rappresentare atmosfere tenebrose, malate, corrotte o viziate. Un percorso che conduce il nostro protagonista in un mondo occulto e nascosto, dominato da figure femminili spietate, in grado di dare tanto, ma di richiedere in contropartita molto di più, specie in termini di salute fisica e mentale. E Balaguerò (regista di Rec e Bed Time) azzecca una volta ancora soprattutto il taglio lugubre e torvo del film, ricco di suspense e di atmosfere inquietanti, attorno alle quali sette (o solo sei, ma in fondo proprio sette) figure femminili diaboliche finiscono per soggiogare e compromettere le esistenze di chi coltiva, per mestiere e ancor più per passione, l'arte di scrivere e di interessarsi dei testi letterari fondamentali dall'alba dell'umanità ad oggi. Non che il film risulti esente dai soliti trabocchetti e rimpiattini scontati e facili di cui sono ormai quasi sempre infarciti i prodotti horror, specie quelli di facile presa da cui questo in sostanza si differenzia solo per sforzo produttivo e stile di ripresa, ma il gioco complessivo in fondo tiene, e la macchina di regia, agile e ben guidata dall'esperto di genere avvezzo di mestiere come appunto Balaguerò, percorre sinuosa il suo sentiero insanguinato e fitto di misteri, coadiuvato da un cast interessante, variegato e inconsueto, che comprende, a parte un protagonista macho, ma legato in modo stretto al mondo della cultura, reso con una certa banale routine interpretativa da un Elliot Cowan non proprio esemplare, alcuni interessanti "ritorni" come quello "sacrificale" di Franka Potente, del sempre più raggrinzito Christopher LloydLeonor Watling, inquietante quanto basta, la bella Ana Ularu, co-protagonista dai sogni premonitori, e soprattutto della rediviva Joanne Whalley, qui esemplare nel rendere la furia rancorosa e vendicatrice di una forza che ha dato tanto, e per questo chiede in cambio un prezzo da pagare assai impegnativo. Certo, ci si aspettava qualcosa in più, ma il regista pur non esibendo una certa originalità, imbastisce un thriller con inserti esoterici onesto nel suo sviluppo e abbastanza intrigante per assicurarsi la sufficienza. Voto: 6

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