Titolo Originale: Journal 64
Anno e Nazione: Danimarca, Germania 2018
Genere: Thriller
Regia: Christoffer Boe
Sceneggiatura: Nikolaj Arcel, Bo Hr. Hansen, Mikkel Nørgaard
Cast: Nikolaj Lie Kaas, Fares Fares, Johanne Louise Schmidt, Søren Pilmark
Birthe Neumann, Fanny Bornedal, Clara Rosager, Luise Skov
Amanda Radeljak, Anders Hove, Elliott Crosset Hove, Nicolas Bro
Anders Juul, Michael Brostrup, Marianne Høgsbro
Durata: 108 minuti
Il quarto adattamento dei romanzi di Jussi Adler-Olsen è un solido thriller d'ambientazione nordica, ricco di tensione e toni drammatici.
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 03/03/2020 Qui - L'ultimo capitolo, si dice definitivo, della coppia di poliziotti danesi (di Carl Morck e del suo fidato collega Assad, rispettivamente e nuovamente interpretati da Nikolaj Lie Kaas e Fares Fares) e del Dipartimento Q, affronta un tema non certo nuovo, ma sicuramente attuale, non si scosta dalle classiche dinamiche e non riserva grandi sorprese (vi sono più di una banalità) ma sfrutta una storia interessante e socialmente impegnata (nonché misteriosa, una macabra scena del crimine iniziale apre uno squarcio sui lati più oscuri della Danimarca passata) per stimolare ed avvincere lo spettatore, riuscendoci. Il romanzo alla base (dello scrittore danese Jussi Adler-Olsen) prende spunto da una drammatica storia vera che ha coinvolto migliaia di donne danesi, e la trasposizione in forma filmica (la quarta tratta dalla relativa saga, che conta a oggi però sette volumi letterari) non risparmia la durezza, fisica e psicologica, del trauma subito dalle vittime, dando vita a un poliziesco nordico di notevole atmosfera e dalla tensione costante. Sempre di qualità eccellente (anche grazie al talento di due discreti attori), con personaggi ormai familiari per coloro che hanno visti i film precedenti (Carl Mørck - 87 minuti per non morire del 2013, The Absent One - Battuta di caccia del 2014, A Conspiracy of Faith - Il messaggio nella bottiglia del 2016) ed un cattivo degno del Mengele nazista, Paziente 64 (o Journal 64), diretto dal regista Christoffer Boe, che segue le linee cardine del filone nello svolgimento delle indagini che però spezia con toni più aspri e freddi e con un pizzico di azione di pregevole fattura, che muovendo le coordinate narrative su due diverse linee temporali (che preparano abilmente il campo ai successivi colpi di scena che comunque ci sono) offre anche spazio a diversi spunti di riflessione sulla società contemporanea, è quindi un discreto thriller. Qualche situazione un po' forzata a livello di sceneggiatura, ma sono piccoli difetti, difetti di un film forse un po' troppo lungo ma comunque mai noioso, di un film consigliabile a tutti ma sicuramente indicato agli amanti del genere. Perché come con gli altri capitoli la pellicola non risparmia il torbido, è concreto nel suo insieme, e si rivela solido. Voto: 6,5
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