Titolo Originale: Gloria Bell
Anno e Nazione: USA, Cile 2018
Genere: Drammatico, Sentimentale, Commedia
Produttore: Juan de Dios Larraín, Pablo Larraín, Sebastián Lelio
Regia: Sebastián Lelio
Sceneggiatura: Sebastián Lelio
Cast: Julianne Moore, John Turturro, Michael Cera, Caren Pistorius, Brad Garrett
Holland Taylor, Jeanne Tripplehorn, Rita Wilson, Barbara Sukowa
Alanna Ubach, Sean Astin, Cassi Thomson
Holland Taylor, Jeanne Tripplehorn, Rita Wilson, Barbara Sukowa
Alanna Ubach, Sean Astin, Cassi Thomson
Durata: 95 minuti
Sebastian Lelio dirige Julianne Moore e John Turturro nel remake del suo "Gloria".
Una cinquantenne, divorziata con figli, non rinuncia a godersi la vita e a credere nell'amore.
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 24/03/2020 Qui - Io proprio non capisco perché un regista decida di rifare un suo film, perché si continuano a fare remake di film che non hanno bisogno di rifacimenti, perché fare film che difficilmente quindi possono essere migliori dell'originale. Evidentemente per Sebastian Lelio, la sua Gloria aveva ancora qualcosa da dire, in un'altra lingua e in un altro Paese, cosi sostituisce Paulina García (che a Berlino vinse il premio per la miglior interpretazione femminile) con Julianne Moore, e mette John Turturro al posto di Sergio Hernández, sposta il film dall'America del Sud all'America del Nord e da Gloria realizza Gloria Bell. Julianne Moore è più allegra e naturalmente più affascinante di quella minimale e dolente interpretata da Garcia. Sullo sfondo Los Angeles sostituisce Santiago e Lelio, accortamente, adatta i meccanismi al cinema hollywoodiano, cosi se nel film originale Gloria rappresentava il volto contemporaneo del Cile e le speranze del regista per il proprio Paese, qui non c'è quel radicamento, e la storia assume un significato più universale. A fare la differenza in questo remake, però, è il miglioramento della messa in scena (molte scene rimangono invariate, ma alcune vengono tecnicamente migliorate). Oltre a un lavoro di rifacimento di alcuni dialoghi per renderli pertinenti alle diverse aree geografiche, c'è anche spazio per il perfezionamento di alcuni simbolismi (dal pavone al gatto, quest'ultimo che diventa, poiché continua ad introdursi nell'appartamento della protagonista, metafora della vita), viene inoltre affinata la fotografia, che è pure suggestiva, ed orecchiabile è la colonna sonora, con l'immancabile Gloria di Umberto Tozzi, nella versione di Laura Branigan, e con tante altre bellissime canzoni che vengono canticchiate dalla protagonista. Tuttavia se tecnicamente un passo avanti, uno indietro fa il resto, giacché l'originale era un film con una sensibilità tutta particolare, che sapeva cogliere appieno le sottili inquietudini e i fugaci presagi di una donna normale, uno spirito libero i cui figli avevano lasciato il nido e il divorzio aveva riportato allo stato di donna single, vicina alla terza età ma ancora viva e vitale, facilmente desiderabile, qui invece qualcosa si perde. Gloria Bell però non è un brutto film, anzi: è un'operazione ben condotta, che permette a Julianne Moore di brillare in una storia che parla di adulti sulla soglia della vecchiaia, intrisa di quotidianità e realismo. Ciò nonostante questa non può che apparire come uno spreco di tempo e risorse del regista cileno premio Oscar (per Una donna fantastica), poteva infatti forse evitare. Voto: 6+
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