giovedì 5 marzo 2020

V/H/S: Viral (2014)

Titolo Originale: V/H/S: Viral
Anno e Nazione: USA 2014
Genere: Horror
Regia: Nacho Vigalondo, Marcel Sarmiento, Gregg Bishop
Justin Benson, Aaron Scott Moorhead
Sceneggiatura: Nacho Vigalondo, Marcel Sarmiento, Gregg Bishop
Justin Benson, Aaron Scott Moorhead
Cast: Emila Zoryan, Steve Berens, Stephanie Silver, Angela Garcia, Gary Sugarman
Celia K. Milius, Garrett Bales, Val Vega, Jorge Marquez, Chad Guernero
Noelle Ann Mabry, Kenny Burns, Justin Welborn, Emmy Argo, Dan Caudill
Stephen Caudill, Nathan Mobley, John Curran, Susan Williams, Gregg Bishop
Michael Aaron Millgian, Matt Peevy, Randy McDowell, Carrie Keagan
Gustavo Salmeron, Marian Alvarez, Xavi Daura, Esteban Navarro
Nick Blanco, Chase Newton, Shane Bradey
Durata: 77 minuti

Capitolo finale di una trilogia horror ad episodi, con una serie di cortometraggi a tema.
Una coppia di giovani innamorati finisce invischiata in un'inseguimento della polizia ad uno strano camion di gelati..
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 05/03/2020 Qui - Se i primi 2 film della serie mi hanno tenuto incollato allo schermo (V/H/S e V/H/S 2), questo film mi ha lasciato perplesso. Questo Viral infatti, terzo ed ultimo capitolo di questa saga antologica, in cui le regole in (minima) parte cambiano, solo tre episodi con la solita cornice (Vicious Circles di Marcel Sarmiento) che, stavolta, ha un'impostazione completamente differente, dal momento che non prevede il ritrovamento delle canoniche videocassette ma vede l'azione spostarsi all'esterno, in un forsennato inseguimento (la corsa di un ragazzo alla ricerca della fidanzata rapita da un camioncino dei gelati), delude. Forse volevano innovare un po' il format dei primi due, sperimentando qualcosa di nuovo. Volevano forse introdurre aspetti di critica sociale nei confronti di internet e della viralità, fenomeno attraverso il quale alcuni filmati amatoriali vengono visti da milioni di persone, a volte magari distruggendo la vita dei protagonisti stessi oppure soddisfacendo la loro infinita e immatura voglia di apparire, ma i lodevoli intenti critici sono però conditi da una lampante caduta verso il trash, dalla scelta consapevole di esagerare in tutto. Una scelta che, oltre a sconfessare di per sé stessa le premesse di critica sociale che il film si prefiggeva, si allontana per forza di cose (essendo trash) da una prospettiva di serietà che sarebbe stata maggiormente in linea con lo scopo, o forse questo livello di trash è stato scelto appositamente per mantenere un distacco dalla realtà rappresentata, trattandola con ironia, il problema è che non si capisce. Il risultato è infatti un pasticcio caotico, con varie scene grottesche ed incomprensibili, a partire proprio dalla storia di base di cui sopra, in cui non si capisce nulla, se non che un video virale sarà la causa di grande scompiglio. Poi cominciano gli episodi, il primo è Dante the Great di Gregg Bishop, e la situazione non migliora, nel senso che è mediocre. Effettivamente si tratta di un corto abbastanza stupido, forse leggermente originale nell'idea di base, ma alquanto sciocco e nemmeno molto orrorifico se non per alcune scene splatter inserite di tanto in tanto per arricchire e inorridire un pochino lo spettatore. La storia infatti, di un mago che trova un mantello e grazie a quest'ultimo (che gli garantisce poteri magici, che tuttavia deve essere ricompensato, potete indovinare con cosa) sa di già visto, è poco credibile e l'attore non mi è particolarmente piaciuto. Col secondo qualcosa cambia, è sicuramente l'episodio migliore, ma non basta a salvare dall'insufficienza il tutto, anche perché il terzo episodio e la conclusione della cornice, sono imbarazzanti. Ma andiamo con ordine. Il secondo episodio, Parallel Monsters, porta la firma di Nacho Vigalondo, artefice del fantascientifico Timecrimes e del thriller Open Windows. Qui la fantascienza si fonde con l'horror puro e troviamo un uomo alle prese con un portale di sua invenzione che ha aperto un passaggio verso una dimensione speculare dove incontra un altro sé e gli propone uno scambio per 15 minuti. Ma ben presto si rende conto che la dimensione parallela non è così normale come appare a un primo sguardo. Discrete invenzioni narrative si fondono con un delirio grandguignolesco tanto che risulta l'episodio migliore del film (e comunque c'è ritmo e il finale spacca). Il film si chiude con Bonestorm di Justin Benson e Aaron Moorhead, registi dell'horror/romance Spring. Due adolescenti con la passione per lo skating estremo assoldano un regista che confezioni un filmino sulle loro prodezze e per esibirsi scelgono un viadotto desolato a Tijuana, in Messico, ma quel luogo sembra essere a tutti gli effetti il cerimoniale di uno strano rito occulto e infatti le forze del male di scatenano. Peccato sia brutto forte, non tanto per l'idea in sé (in fondo simpatica), ma più che altro per il modo stupido concepito per girarlo, troppo confusionario, e per l'asciuttezza narrativa imbarazzante. Poi arriva la chiusura della cornice, che cambia le carte in tavole nel finale, si vira sulla critica di cui sopra e chiude in modo increscioso. Tirando le somme, la serie V/H/S finisce un po' indegnamente, però rimane un viaggio (nella sua completezza) gustosamente delirante, un viaggio che rifarei, forse. Voto: 5

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