Post pubblicato su Pietro Saba World il 05/03/2020 Qui - Nell'ambiente degli appassionati di horror la trilogia V/H/S è ben nota, creata nel 2012 da un'idea di Brad Miska, fondatore del sito di informazione horror Bloody Disgusting, come intenzione di riunire sotto un unico marchio i più prestigiosi nomi dell'horror indie americano. Costoro insieme firmano e cuciono assieme dei mockumentary per certi versi visti e rivisti, ma tuttavia rappezzati curiosamente e con un certo accattivante potere attrattivo, consentendo agli insiemi di formare dei prodotti curiosi, visivamente inquietanti, sgradevoli e disturbanti da seguire anche per il modo in cui viene simulata la ripresa con il vecchio e ormai desueto formato "vhs" del titolo/dei titoli (sgranati, poco nitidi, disturbati da registrazioni precedenti o dalle interferenze dovute alla smagnetizzazione dei nastri, idea interessante che subito discostano queste produzioni da tanti altri fratellini più commerciali). Concept brillante e struttura ad episodi, tenuti insieme da una cornice (narrativa), spesso ma non sempre funzionale, V/H/S utilizza la tecnica del found footage per rinverdire il genere in modo originale e divertente. Non è un caso che tutti gli episodi siano una sorta di bigino inerente il meglio e il peggio del genere, con immagini però spesso confuse o di infima qualità offerte da regia così estremi da mettere a dura prova anche il fan più oltranzista. Io non sono mai stato e non sono tuttora un grande amante dei mockumentary e dei found footage, o almeno non della maggioranza di essi, a meno che non colgo qualcosa che li differenzia dai soliti stereotipi prestampati, a meno di qualcosa di originale o perlomeno di uno stile particolare. Ebbene in questo caso sono rimasto contento di scoprire che si trattava di un found footage molto bizzarro, diverso dal solito, più sporco, più cattivo, meno plasticoso, ed è qualcosa che mi ha portato ad apprezzare questo prodotto/questi prodotti, nonostante qualche imperfezione (o più di una) l'abbia scovata ugualmente (in tal senso va bene che sono caratteristiche tipiche, quelle di essere molto mosse, ma si poteva e si doveva trovare un compromesso migliore). Comunque tra alti e bassi, come accade per ogni film composto da più episodi, V/H/S può considerarsi un progetto nel complesso riuscito. Curioso e originale nel suo concept, piacevole da guardare e capace di elargire emozioni forti. Perché anche se il risultato è disordinato, caotico, non troppo equilibrato, globalmente ha un certo fascino, e qualcosa funziona seriamente a dovere. Giacché questa in generale (l'analisi non può comunque prescindere sulla somma delle parti, su una cornice sbagliata, su uno sviluppo traballante) è una discreta raccolta che, pur rimanendo sempre intorno alla sufficienza, si lascia guardare con curiosità grazie alla varietà dei generi horror trattati (tutti i generi, ma proprio tutti). In tal senso è innegabile non accorgersi di alcuni momenti, sparsi qua e là, di tensione pura, se non paura. Vediamo quindi quali, e tutto il resto dettagliatamente.
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