Titolo Originale: Capharnaüm
Anno e Nazione: Libano 2018
Genere: Drammatico
Regia: Nadine Labaki
Sceneggiatura: Nadine Labaki, Khaled Mouzanar
Cast: Zain al-Rafeea, Kawthar Al Haddad, Fadi Kamel Youssef, Cedra Izam
Yordanos Shiferaw, Boluwatife Treasure Bankole, Alaa Chouchnieh
Nour el Husseini, Joseph Jimbazian, Samira Chalhoub
Farah Hasno, Elias Khoury, Nadine Labaki
Yordanos Shiferaw, Boluwatife Treasure Bankole, Alaa Chouchnieh
Nour el Husseini, Joseph Jimbazian, Samira Chalhoub
Farah Hasno, Elias Khoury, Nadine Labaki
Durata: 120 minuti
Premio della Giuria a Cannes per la struggente pellicola di Nadine Labaki.
Beirut: il piccolo Zain, stufo di una vita priva di dignità, fa causa ai suoi genitori per averlo messo al mondo.
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 24/03/2020 Qui - I film impostati su situazioni sociali particolari, sono sempre ben accetti. Questo tipo di produzioni, in genere, ha qualcosa di importante da trasmettere. Accade anche con Cafarnao, il film di Nadine Labaki riprende dinamiche di alcune realtà (vere) drammatiche e sottosviluppate, dove la vita è quasi un optional. Cafarnao è la storia di un dodicenne messe spalle al muro, figlio di nessuno in un mondo spietato e glaciale. Cafarnao è un film tenero e duro allo stesso tempo, ben realizzato e anche riflessivo. Il film della Labaki è non a caso un vero "cafarnao" di tematiche. Dalla crisi dei rifugiati siriani a quella delle baraccopoli libanesi, dal maltrattamento infantile all'abuso sui minori. Il tutto per approdare a un epilogo spiazzante: Zain (il piccolo protagonista) che cita in tribunale i propri genitori per averlo fatto nascere. Ma, d'altronde, si può comunque parlare di nascita quando non esiste un documento a certificarlo? In questo senso molto buona è la descrizione del contesto di miseria assoluta. Non tanto di una miseria puramente materiale, ma una miseria morale. Un dedalo di strade e di esistenze gettate sulla strada di Beirut, ma che possono essere di altre città nel mondo, dove l'infanzia viene quotidianamente violata e dove tale deriva viene assecondata dalle stesse figure genitoriali, che accettano supinamente uno status quo senza ribellarsi, accettandolo e degradandosi ancora di più in un vortice perverso che coinvolge i figli. Zain rappresenta la ribellione a tutto ciò. Tuttavia non mancano dei momenti in cui certe situazioni sembrano troppo artefatte e vengono enfatizzate eccessivamente (rallenti e colonna sonora), tanto da far pensare non a torto, ad un'operazione un po' ricattatoria e furbetta. Nel complesso, però, si consiglia la visione. Nel complesso è tutto sommato un film con più luci che ombre. E poi è difficile non riconoscere a questo film della regista di Caramel ed E ora dove andiamo? un grande impegno etico, oltre che emotivo. Ed è così che Cafarnao - Caos e miracoli, che fu in competizione prima per la Palma d'oro a Cannes e poi per l'Oscar come miglior film straniero, in cui bravissimi gli attori tutti, talmente bravi da far pensare allo spettatore che le vite che si stanno vedendo sullo schermo sono le loro e che non sono figlie di una sceneggiatura, che è un film coraggioso ma delicato, che spazia attraverso le più disperate vicende umane con grande tatto e umanità, senza comunque rinunciare all'ironia, è proprio un gran bel film. Un film tenero, violento, sfaccettato, proprio come le vite dei protagonisti. Voto: 7,5
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