giovedì 5 marzo 2020

V/H/S 2 (2013)

Titolo Originale: V/H/S 2
Anno e Nazione: USA, Indonesia, Canada 2013
Genere: Horror
Regia: Simon Barrett, Jason Eisener, Gareth Evans, Gregg Hale
Eduardo Sánchez, Timo Tjahjanto, Adam Wingard
Sceneggiatura: Simon Barrett, Jason Eisener, Gareth Evans, Gregg Hale
Eduardo Sánchez, Timo Tjahjanto, Adam Wingard
Cast: Lawrence Michael Levine, Kelsy Abbott, L.C. Holt, Simon Barrett
Mindy Robinson, Adam Wingard, Hannah Hughes, John T. Woods
Casey Adams, Jay Saunders, Fachry Albar, Hannah Al Rashid
Oka Antara, Andrew Suleiman, Epy Kusnandar, R R Pinurti
Riley Eisener, Rylan Logan, Samantha Gracie, Cohen King
Zach Ford, Josh Ingraham, Jeremie Saunders, Hannah Prozenko
Durata: 91 minuti

Secondo capitolo della trilogia horror iniziata con V/H/S.
Due investigatori entrano in una casa, e lì uno di loro trova e vede delle strane videocassette, e ne rimane sconvolto..
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 05/03/2020 Qui - Innanzitutto devo dire che in effetti anche questo seguito sa farsi apprezzare, ma ciò nonostante non ero particolarmente convinto se giudicarlo come il predecessore oppure con un mezzo punticino in meno. Alla fine ho deciso di giudicarlo allo stesso modo per tre motivi. Non era facile colpire con l'originalità essendo un film già fatto, il primo V/H/S non è che fosse esente da difetti (qui poi l'effetto "mal di mare" non manca nuovamente di certo, ma in fondo non dimentichiamo che si tratta pur sempre di un found footage), tre episodi su cinque erano solo carini (almeno secondo il mio giudizio), quindi, uno dei quattro episodi di V/H/S 2 è stato davvero superlativo. Diciamo che la pellicola segue pressappoco la traccia lasciata dal capitolo precedente, la sinfonia è sempre quella. Ed ovviamente si comincia allo stesso identico modo del precedente, ovvero con una cornice che possa giustificare e unire tra di loro le storie che vediamo. Tape 49, questo è il titolo, porta la firma di Simon Barrett, già autore degli script di Frankenfish - Pesci mutanti e You're Next. Due investigatori si mettono sulle tracce di uno studente scomparso da alcuni giorni. Finiscono in una casa apparentemente abbandonata dove trovano numerose videocassette, come nel primo film si convincono a guardarle non sapendo di essere in grave pericolo. E' il segmento più debole, forse anche perché inframezzato. Si aggancia con il primo film e fornisce una cruda sequenza splatter nel finale. Il primo episodio, Phase 1: Clinical Trails, non è male. A Herman viene impiantato un occhio bionico dopo un incidente d'auto. Questi però comincia a vedere cose strane, per l'esattezza fantasmi piuttosto bellicosi. Uno spunto molto abusato nel cinema (la parte anatomica sostituita che costringe ad entrare in contatto con qualcosa di soprannaturale), tutto sommato reso passabile da un incedere piacevole e senza particolari sbavature. Il protagonista è Adam Wingard, anche regista del corto in questione. Il secondo episodio, A Ride in the Park, porta invece la firma di Eduardo Sànchez, celebre per essere parte del duo di The Blair Witch Project e per aver diretto Altered e Lovely Molly. Episodio molto interessante perché riesce a trovare un punto di vista originale sulla stra-abusata tematica degli zombi. La novità dov'è? Mostrare tutto il film dalla soggettiva di uno zombi! O meglio, di un poveraccio che viene attaccato da uno zombi, muore e resuscita, trasformandosi in un morto vivente a sua volta. Seguiamo il protagonista nel suo frenetico girovagare e nella sua caccia, che culmina in un vero bagno di sangue. Innovativo e divertente. Ed eccoci al migliore in assoluto. Il corto di Timo Tjahjanto e Gareth Evans (quest'ultimo autore dei due The Raid), intitolato Safe Haven, è ambientato in Indonesia, presso una setta di fanatici dediti ad un culto misterioso. Un gruppo di ragazzi attrezzati con svariate telecamere, in cerca di un clamoroso scoop, si insinua nella struttura in cui gli adepti convivono sotto le inquietanti direttive del loro capo. Finirà in un massacro tra deliri splatter, situazioni grottesche, un pizzico di humor nero ed una violenza per nulla trattenuta tra grande tensione e ritmi sostenutissimi. Pare The Sacrament di Ti West in versione parossistica. Slumber party alien abduction, diretto da Jason Eisener è l'ultimo corto del film, una storia in stile horror psichedelico di buon livello, nonostante l'aspetto poco originale degli alieni. Interessante il modo di ripresa scelto, che è quella del cagnolino di casa, su cui uno dei ragazzi ha montato a inizio film una go-pro. Dopodiché si assiste alla parte conclusiva della cornice, molto deludente in verità, assai simile a quella del predecessore, comunque la sceneggiatura di per sé non spiega nuovamente niente e, quel che è peggio, rimane ancora anonima come quella del predecessore. In definitiva è un secondo episodio che complessivamente sarebbe da giudicare inferiore a quello prima, però riesce comunque a non stonare e a salvarsi grazie alla potenza di uno solo dei quattro cortometraggi presenti, e grazie anche al fatto che gli altri tre alla fin fine non sono poi così male da sputarci sopra. Voto: 6,5

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