lunedì 12 ottobre 2020

Sing Street (2016)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 12/10/2020 Qui - Pur di far colpo su una ragazza (la Lucy Boynton di Bohemian Rhapsody) di un anno più grande di lui, il quindicenne Conor (all'epoca esordiente Ferdia Walsh-Peelo, poi una particina in Vikings) mette su una band musicale: un progetto nato quasi per caso, che si trasforma in un'enorme opportunità per fare fronte al bullismo di qualche compagno, al dispotismo del direttore dell'istituto scolastico e ai continui litigi tra padre e madre. Dopo l'acclamato e toccante Once, l'irlandese John Carney (che ha musica nel cuore, questo è il terzo dopo il discreto Tutto può cambiare e quel bellissimo film vincitore di un Oscar per la struggente canzone Falling Slowly) gira un film sotto forma di racconto di formazione che è un tributo alla musica pop degli anni '80 (quella che vide affermarsi gruppi come i Duran DuranSpandau BalletHall & OatesThe Cure e i Clash, tutti infilati nella colonna sonora) carico di leggerezza e ottimismo. Sing Street è infatti un teen movie sentimentale che concede moltissimo spazio alla musica, puntando sulla metafora di Londra come terra promessa per gli irlandesi che all'epoca se la passavano piuttosto male. Se la parte di film ambientata a scuola o quella che dà conto delle prove per le canzoni e per i video (siamo in piena esplosione del videoclip musicale) possono dirsi assai originali e pienamente riuscite, altrettanto non può dirsi per la lunga sotto-trama sentimentale, che si avventura in un pistolotto sul riscatto del fratello maggiore del protagonista (interpretato da Jack Reynor), che vive indirettamente l'affermazione di quest'ultimo. Tuttavia bel film, una storia delicata, ben interpretata da giovani attori (non solo i due protagonisti), e soprattutto ben musicata, anche da brani del tutto nuovi e molto suggestivi composti appositamente per il film. Un film onesto, sincero, musicalmente (ma non solo) delizioso. Voto: 7 [Qui Scheda]

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