martedì 27 ottobre 2020

Judy (2019)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/10/2020 Qui - La faccia più oscura dello star system della vecchia Hollywood. C'è lo splendore degli studios, la cosiddetta fabbrica dei sogni, ma c'è il rovescio della medaglia. Judy Garland ha fatto parte di quella fabbrica. Ha fatto sognare milioni di persone, appena adolescente, nel Mago di Oz, ma quando la gallina dalle uova d'oro non produceva più tante uova arriva la marginalizzazione. Ciò che si vede nel film è una Garland ormai spezzata nell'anima, spremuta totalmente da quel meccanismo da cui non più riuscita a riprendersi. La narrazione su piani paralleli differenti mostra quello stesso perverso meccanismo sia agli albori della carriera che al suo crepuscolo, ormai preda di alcool e dosi massicce di barbiturici, quest'ultimi fatali a soli 47 anni. Sia pure sostenuta dalla discreta interpretazione della Renée Zellweger, questo biopic fatica ad essere più di un biopic. La cura tecnica e l'allestimento della scenografia sono ineccepibili, ma manca quell'ulteriore approfondimento, allargare il contesto oltre la stessa protagonista, che esuli dal solito schematismo e la solita convenzionalità. Nel complesso il film biografico diretto da Rupert Goold (quello del non del tutto disprezzabile True Story), resta un film biografico. Ben costruito e dosato nelle emozioni, intrattiene e coinvolge fin dove può, e lascia alla Zellweger un Oscar non propriamente meritato. Voto: 6+ [Qui Scheda]

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