martedì 20 ottobre 2020

Brood (1979)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/10/2020 Qui - Ancora ossessioni, ancora mutazioni, il corpo che si ribella all'individuo, la mente che cova rancori e plasma tumori purulenti, l'angoscia di un nuovo morbo psicologico che si fa carne viva e sanguinante. Un David Cronenberg nero ed angosciante, il cui la sensazione di malessere e disagio dei primi due lavori (sempre del filone body horror) è sostituita con una chiara percezione di impotenza. Anche questa volta ci troviamo di fronte ad un B-movie dalle idee geniali e dalla trama intrigante, girato con un bassissimo budget che non impedisce al regista di parlarci dei temi a lui tanto cari che anche in questa pellicola assumono una dimensiona simbolica e metaforica. Questa volta l'analisi del cineasta canadese si concentra appunto sulle emozioni della mente umana, e di come queste possano concretizzarsi in maniera positiva o negativa a seconda dei pensieri dell'individuo. Infatti la storia vede come protagonista una donna, Nola, che per problemi psichiatrici è stata ricoverata in un centro e sottoposta ad un trattamento che, appunto, riesce a rendere reali le emozioni della donna, con conseguenze devastanti. Il tema delle emozioni rese reali è davvero geniale, e il regista è bravo a rendere (disgustosamente) orrorifica questa idea fantascientifica con il suo classico tocco visionario. Quindi ancora una volta il regista si conferma all'avanguardia nelle idee e nel realizzarle, e in questo caso è anche supportato da un cast all'altezza, dove spicca soprattutto una straordinaria e inquietante Samantha Eggar nel ruolo di Nola. Purtroppo non sono tutte rose e fiori, in quanto Brood (più La covata malefica oppure The Brood) pecca di una lentezza eccessiva, che per un'ora rende prolissa la pellicola, inoltre la carenza di soldi si nota nella qualità tecnica complessiva e nella scelta degli attori di contorno che sono effettivamente poco credibili (non tanto Oliver Reed, quanto Art Hindle). Fortunatamente dopo una prima parte molto lenta abbiamo un finale impressionante, che rende quindi questo film, un film in piccola parte sopravvalutato ma allo stesso tempo un film da vedere per gli amanti dell'horror e specialmente del regista canadese, un valido prodotto di genere. Voto: 6,5 [Qui Scheda]

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