lunedì 12 ottobre 2020

C'era una volta in America (1984)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 12/10/2020 Qui - Non avevo ancora avuto l'occasione di omaggiare Ennio Morricone, così quando c'è stata la possibilità di rivedere questo film non c'ho pensato due volte. Tuttavia non so quale versione sia stata trasmessa in tv, ma grazie a Sky ho potuto rivederlo nella sua versione estesa nonché restaurata, dalla durata record di 4 ore, ed è stato qualcosa di incredibile. C'era una volta in America, che definirlo un gangster-movie risulta in fondo riduttivo quanto non debitamente appropriato, diretto da uno dei più grandi registi italiani di tutti i tempi (che ha saputo raccontare l'America meglio degli americani stessi), è uno di quei 9-10 film talmente belli che è quasi un dispiacere giudicarli e commentarli. Comunque, nella versione completa, con le parti ritrovate ed aggiunte, il film acquista ancora di più le sembianze di una grande epica di un'amicizia nata e tramontata nell'America del proibizionismo, salvo sfociare in un finale bello e ammantato di mistero, in bilico tra realtà e fantasia. La precisione nel dettaglio di Leone è forse, insieme alle (straordinarie) musiche di Ennio Morricone (una in particolar modo), la principale nota di merito di un film (anche gli attori però fanno la loro parte, fra i grandi Robert De NiroJames Woods e altri, convincono anche le donne, soprattutto Jennifer Connelly da piccola è di una dolcezza unica, assolutamente deliziosa) la cui lunghezza certo non ne agevola la visione se non a più riprese, e rende a volte frammentario il racconto. Resta però un film che ha fatto scuola, una sorta di grande romanzo che voleva essere anche un omaggio di Sergio Leone ad una visione del cinema come grande incubatore di racconti e di atmosfere. Ma qualunque cosa voleva essere, è stata ed è, anche così (e nonostante piccoli difettucci), rimane una gioia per gli occhi, per le orecchie, e in qualche parte per il cuore. Voto: 8,5

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