lunedì 12 ottobre 2020

Tokyo Family (2013)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 12/10/2020 Qui - Se con Kyoto Story l'omaggio era legato a un periodo felice della cinematografia nipponica, con Tokyo Family in maniera più diretta si celebra il Cinema di Yasujirō Ozu, di cui Yōji Yamada in gioventù fu assistente, il film è infatti il remake di Viaggio a Tokyo del grande regista nipponico, considerato non solo uno dei migliori esiti della Settima Arte giapponese ma in assoluto uno dei film "da vedere" del Cinema tutto. Il taglio è intimista, se nell'originale i protagonisti uscivano dagli orrori della guerra mondiale e della bomba atomica qui la vicenda è ambientata dopo l'incidente nucleare di Fukushima, la tragedia non è al centro del film, la narrazione si concentra sui rapporti dei vari membri della famiglia Hirayama, tratteggiandone alcuni passaggi di crescita, di maturazione, riflettendo parallelamente sulla società moderna giapponese, sui suoi ritmi, sul contrasto tra questa e uno stile di vita sorpassato, ormai appannaggio di pochi anziani, più lento e rispettoso dell'essere umano. Dallo spaccato di una famiglia si arriva a temi universali propri non solo del Paese del Sol Levante. E infatti, attraverso una sapiente e bilanciata oscillazione tra poietico e poetico, tra forma e contenuto, Tokyo Family si conferma un delicato e allo stesso tempo terrificante ritratto delle società di ieri, di oggi, e di domani. In questo la regia è diligente, si prende i suoi tempi (146 minuti), li gestisce al meglio senza mai far affiorare un attimo di noia. Ci si appassiona (e ci si emoziona) alle vicende semplici di questa famiglia, bel film. Voto: 6,5

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