martedì 27 ottobre 2020

Dark City (1998)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/10/2020 Qui - Alex Proyas dopo aver diretto l'ottimo Il Corvo dirige questo noir fantascientifico a tinte dark con buonissimi risultati (e i terrapiattisti sempre ringrazieranno). Infatti, pur essendo una storia con varie forzature di trama (ma con una sceneggiatura così complessa ed intrigante da meritare certamente una visione o più), è un film di fantascienza che ha molte qualità: un'ambientazione cupa ed un'estetica suggestiva (con effetti speciali a mio parere molto buoni, seppur con dei limiti), ritmo incalzante: cosa chiedere di più? Forse un po' di finezza in più e chissà come sarebbe stato. Perché sì, come detto, non mancano le ingenuità (o i difetti) in Dark City, ma a compensarle ci pensa però il resto. A tal proposito, collegandosi ai pregi, il regista dimostra che le atmosfere dark sono senza dubbio il suo forte, e così a livello visivo abbiamo un grandissimo lavoro, fotografia perfettamente malsana e gotica così come le location (che sono la cosa più riuscita del film) anch'esse mistura tra il gotico ed il futuristico. Alla fine ne esce un noir futuristico e visionario non indimenticabile ma comunque riuscito. Il protagonista Rufus Sewell se la cava più che degnamente così come tutto il resto del cast, per mia felicità (ormai la ritrovo ovunque in questi ultimi mesi) ecco Jennifer Connelly (in quel periodo poi era di una bellezza da togliere il fiato), e pure un nudo della bella Melissa George al suo esordio nei panni di una prostituta. E' solo intrattenimento, ma ben fatto e che non rinuncia comunque ad offrire anche qualche spunto di riflessione, senza fortunatamente indulgere in tanti dialoghi e spiegazioni e pedanti filosofie. Un buon film, cui Matrix e simili devono parecchio. Voto: 6,5

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