Titolo Originale: Life Itself
Anno e Nazione: USA 2018
Genere: Drammatico, Sentimentale
Produttore: Marty Bowen, Wyck Godfrey, Aaron Ryder, Dan Fogelman
Regia: Dan Fogelman
Sceneggiatura: Dan Fogelman
Cast: Oscar Isaac, Olivia Wilde, Mandy Patinkin, Jean Smart, Olivia Cooke
Sergio Peris-Mencheta, Laia Costa, Àlex Monner, Isabel Durant
Lorenza Izzo, Annette Bening, Antonio Banderas, Samuel L. Jackson
Sergio Peris-Mencheta, Laia Costa, Àlex Monner, Isabel Durant
Lorenza Izzo, Annette Bening, Antonio Banderas, Samuel L. Jackson
Durata: 115 minuti
Oscar Isaac e Olivia Wilde in un film sul destino e l'amore.
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 17/07/2020 Qui - Le aspirazioni del regista Dan Fogelman (che ha debuttato pochi anni fa con il non troppo disprezzabile La canzone della vita - Danny Collins), al di là della facile morale sulle "onde" del destino, sono alte, ma finisce col raccontare una storia troppo intricata e affollata, che cambia passo e scenario troppo in fretta e lascia in sospeso troppi spunti, narrativi. Eppure il film parte bene (curioso in tal senso il prologo stile Tarantino, narrato da Samuel L. Jackson, che comunque è solo un pretesto per presentare il dolore del protagonista), infatti è splendido nella prima parte, però è irritante nella seconda. Lo smacco temporale mostra un montaggio che avrebbe potuto essere più coerente invece appena entra in scena Antonio Banderas con il suo personaggio paternalistico e melenso scivola via come di colpo fossimo entrati nella puntata di una telenovelas. Senza contare certi dialoghi estenuanti che, incidono negativamente sul risultato. Ed è un peccato, perché la recitazione, specialmente delle fanciulle (Olivia Wilde, che dopo la buona prima prova come regista con La rivincita delle sfigate ne compie una come attrice, Olivia Cooke e Laia "Victoria" Costa), è di gran livello (non dimenticando Oscar Isaac e gli altri). L'impressione è che l'ambizioso script (la pellicola è, se non si fosse capito, una storia d'amore multi-generazionale che intreccia svariati personaggi lungo vari decenni tra le strade di New York e la campagna spagnola) finisca per impantanarsi in uno schema romantico-esistenziale troppo sfruttato anche nella letteratura americana, nonostante quel Bob Dylan citato in uno dei suoi capolavori di fine carriera. Eppure non mi sento di essere tanto severo con un film insolito, spiazzante e sorprendente che dice cose forse ovvie ma sa anche rapirti il cuore con il suo sguardo genealogicamente protettivo. Voto: 6
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