Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/07/2020 Qui - Il regista del pluripremiato Le vite degli altri, Florian Henckel von Donnersmarck, sceglie ancora una volta di raccontare la storia della Germania con questo suo ultimo film. Una narrazione fluida e coinvolgente, ma a tratti eccessivamente didascalica: egli non riesce a trattenersi dal desiderio, a volte quasi infantile, di raccontare tutto, troppo, di svelare ogni cosa (proprio ogni cosa, diciamo bene e male), togliendo allo spettatore la possibilità di vagare con l'immaginazione. Opera senza autore (che ha ricevuto due candidature ai premi Oscar 2019 nelle categorie miglior film in lingua straniera e miglior fotografia) si ispira liberamente alla vita dell'artista tedesco Gerhard Richter, trasposto nei panni del tormentato pittore Kurt Barnert (Tom Schilling, attore tedesco già visto recentemente in Suite francese e Woman in Gold). Il film affronta le stagioni della sua vita e il suo travaglio artistico (l'incontro con la bellissima moglie Paula Beer, bravissima in Frantz ed anche qui e con il professore Oliver Masucci, il fui Hitler in Lui è tornato), mentre attraversa tre epoche diverse, partendo da Dresda nel 1938 per poi arrivare a Dusseldorf negli anni Sessanta. Ogni elemento filmico, le musiche, la luce, gli ambienti, sono al servizio di un fedele ritratto storico della Germania (e questo va bene, fatto bene). Peccato solo che il film offri però un cinema di livello quasi amatoriale, servito da attori che paiono recitare in uno sceneggiato televisivo, compreso il divo Sebastian Koch. Ma a parte ciò buon film, anche se il messaggio difficile è da capire e da sbrigliare. Un film di consistenza in ogni caso e nonostante tutto, capace allorché di emozionare e di indignare. Ciò che sembra invece meno consistente, perché in qualche modo scontata, è la definizione del percorso personale e artistico del protagonista, tra luoghi comuni e romanticherie arbitrarie, in cui si avverte un po' di più il peso di un film probabilmente lungo (dalla durata di quasi tre ore) al limite della estenuanza. Voto: 6+
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