Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/07/2020 Qui - Dal Nacho Vigalondo artefice del segmento migliore dell'ultimo deludente capitolo della saga V/H/S mi aspettavo decisamente di più, e di meglio. Con questo film tenta il salto internazionale definitivo, imbastendo un film che ha un piede negli Stati Uniti e un altro in Oriente, ma la testa è da un'altra parte, la confusione regna sovrana, e il salto è nella fossa. Il regista usa un elemento di origine "esotica" del cinema di genere sci-fi e disaster (i "mostri" giganti nati nel Secondo Dopoguerra, frutto della corsa al nucleare) per arricchire in maniera folle una "normale" storia di gelosia e vendetta, coi piedi ben piantati in importanti implicazioni psicologiche. Il risultato è certamente curioso. Però il film non è pienamente riuscito, zoppica un po', soprattutto nei tempi, ma dalla sua ha sicuramente una traccia narrativa intrigante e buoni attori, un bravo Jason Sudeikis, molto ambiguo e inquietante, e una brava Anne Hathaway, capace di bilanciare con talento i registri grotteschi e drammatici del film. A dispetto della situazione stramba e delle premesse supereroistiche, Colossal non è un film divertente: a partire dalla dipendenza dall'alcool della protagonista, la storia è molto tragica e, nel suo dipanarsi, mette in luce una discreta quantità di situazioni problematiche non poco angoscianti. Una delle tagline del film, non a caso, è: "C'è un mostro dentro ognuno di noi". Perciò, risulta un prodotto davvero difficile da definire e, forse, questo pastiche di contenuti eterogenei, a parer mio influisce anche sulla definitiva riuscita del film. Voto: 5
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