Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 08/07/2020 Qui - Film minore dello Studio Ghibli, anche perché visivamente il lavoro meno interessante, seppur sopperisce alla grafica elementare con una serie di gag ben realizzata che si dimostra vincente, I miei vicini Yamada, arrivato in Italia solo pochi anni fa, era il 2016, e in via home video, parte un po' in sordina ma in corso d'opera le battute si fanno sempre più spiritose e divertenti. A cavallo tra la le tematiche dei Simpsons e la leggerezza degli immensi Peanuts, Isao Takahata adatta la striscia di Hisaichi Ishii sfornando probabilmente la sua opera più sperimentale, il primo film in CGI dello Studio Ghibli che preceduto da opere di ampio respiro quali La tomba delle lucciole e Pioggia di ricordi potrebbe apparire come un puro divertissment (e in effetti lo è) in attesa dell'epitaffio La storia della principessa splendente (grandissimo film), ma scavando a fondo ci si accorge come la mano autoriale del regista, il suo stile minimalista e le sue consuete tematiche riescono a conferire lirismo a quest'unione dei tanti "slice of life", alcuni divertentissimi, alcuni dannatamente commoventi, altri ancora un po' più fiacchi (da qui non il massimo) pur se dannatamente efficaci nel ritrarre un perfetto ritratto familiare giapponese medio-borghese degli anni '90. I dialoghi dei due matrimoni sublimati dalle sequenze oniriche più estreme presenti ai due poli estremi del film costituiscono una sorta di botta e risposta e offrono la giusta chiave di lettura per interpretare la polpa del film in un'ottica universale e disincantata, in piena linea con la poetica del regista. La vetta dei capolavori dello Studio non viene però raggiunta e nemmeno sfiorata, tuttavia I miei vicini Yamada, rendendo pieno onore alla fama del suddetto, con la sua poesia, la sua ironia e la sua profondità, spesso nascosta, come da tradizione Ghibli, nei dettagli, non dispiace affatto. Voto: 6,5
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