venerdì 3 luglio 2020

Sugarland Express (1974)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 00/07/2020 Qui - Al suo esordio al cinema Steven Spielberg dirige un drammatico e amaro road movie e fa subito centro. Se Duel era comunque un film per la TV o prioritariamente film TV, questo Sugarland Express, posteriore di tre anni, non solo segna il debutto del regista in un lungometraggio cinematografico, ma conferma uno stile insuperabile dell'autore che poi avrebbe segnato la storia del cinema. Già il talento l'aveva mostrato in Duel, qui continua a stupirci con una regia bellissima piena di virtuosismi, movimenti di macchina e una buona suspense per quasi tutta la durata. Molteplici i temi trattati, anche abbastanza precocemente considerato l'anno di uscita. Film che (dotato di una brillante sceneggiatura, vincitrice anche di un premio a Cannes) oscilla tra il dramma e la commedia, alterna scene forti a scene più ironiche e dissacranti. Sugarland Express è infatti un vivace film di inseguimento carico di tensione. Il regista approfondisce con abilità il concetto stilistico di Duel e pone le basi per sfornare l'anno successivo lo strepitoso successo commerciale del film Lo Squalo. Una giovane donna a cui hanno sottratto il bambino per darlo in affidamento ad un'altra coppia convince suo marito ad evadere per andare a Sugarland per riprenderselo. Oltre all'evasione i reati commessi nel lungo tragitto sono tanti tra cui il sequestro di un agente. La coppia viene inseguita da decine, anzi centinaia di auto (scene direi fantastiche) tanto da far diventare il lungo serpentone un vero e proprio fenomeno e gli abitanti dei paesi attraversati nella fuga si schierano a favore della giovane coppia organizzando accoglienze degni di eroi. In America tutto è spettacolo. La storia è tratta da un fatto di cronaca realmente accaduto. Buone le performance, specie la donna (una Goldie Hawn d'altri tempi), una pazza che urla un po' troppo, ma rappresenta un po' lo stile nevrotico dell'operazione (non si ci può comunque dimenticare di William AthertonBen Johnson e Michael Sacks). Il comparto tecnico è perfetto (come sempre nei film di Spielberg), e rende la pellicola più appassionante. L'atmosfera rustica e sabbiosa crea infatti una violenza implicita che colpisce molto. Stupisce anche il sonoro, specie durante le sparatorie, considerato l'anno in cui è uscito. Finale tesissimo e pieno di suspense. Poi la pellicola ha davvero un gran ritmo e non annoia mai, trovando sempre delle trovate carine. Magari se vogliamo andare a scrivere la cosa che magari non va molto bene, scriviamo che c'è una trama che quasi non esiste ma non è così grave come sembra (in questo caso). E insomma, seppur inferiore a Duel, più che discreto road movie è questo, il regista cerca ancora di stupire con un film fatto sulla strada e ci riesce, coinvolgendo in modo particolare, tirando in ballo temi interessanti e spingendo sull'acceleratore. Voto: 7

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