Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 18/01/2021 Qui - Mi è sempre piaciuto lo Steampunk, vuoi per la poeticità del vapore che trasuda da ogni diavoleria meccanica, vuoi per la bellezza della Londra vittoriana (l'epoca in cui il film è ambientato) e dei boulevard parigini, o per la capacità di sposare in maniera del tutto naturale l'antico e il moderno. Così quando ho saputo di questo film ero molto interessato, e sapendo poi che il suddetto fosse stato diretto dal Katsuhiro Ōtomo già autore del mitico Akira (che ritengo comunque più importante che bello), più che interesse, trepidazione. Purtroppo però non che Steamboy mi abbia deluso, ma mi aspettavo di più sul piano narrativo. Perché i contenuti ci sono, in Steamboy dopotutto saltano fuori tutti i lati più oscuri e marci dell'animo umano e certamente spinge a riflettere (sull'insensata guerra e sull'uso benevolo o malevolo della tecnologia), ma ahimè il film non riesce a decollare del tutto, a causa di una trama poco sviluppata e a volte prevedibile. I characters hanno poco mordente, né sono parte integrante di elementi né esaltanti né angoscianti, in poche parole vi è una carenza di pathos, d'emozioni e di attrattiva piuttosto pesante che solo in parte l'oggettivo splendore del comparto tecnico e di una regia eccezionale riescono a colmare. E tuttavia l'ho trovato nel complesso e in conclusione un film piacevole. Certo, rimane quella sensazione di incompletezza, perché possedeva tutte le carte in regola, ma purtroppo sono state mal giocate, risultando un capolavoro mancato. Rimane comunque un'opera più che buona di pregevole fattura. Voto: 6,5
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