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venerdì 27 agosto 2021

Brother (2000)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/08/2021 Qui - Il primo e (ancora) ultimo film di Takeshi Kitano girato in terra americana. Un film meno romantico, più politico e più tradizionale dei precedenti, ma un noir comunque notevole. Kitano e lo Yakuza-Movie, attraverso stragi e bagni di sangue profondi messaggi e riflessioni sulla natura e la crudeltà umana. Egli (anche qui nelle doppie vesti di attore e regista) dipinge il mondo degli yakuza come un mondo complesso, naturalmente dominato dalla violenza e dal sangue, ma anche un mondo dove conta moltissimo l'onore, il rispetto, la fedeltà e il coraggio, e spesso in alcuni personaggi, come per esempio il miglior amico di Kitano, è veramente difficile inquadrarlo nella posizione del cattivo seppur fa parte di una "famiglia" di assassini. Un film coinvolgente, dove (appunto) tutti i personaggi sono estremamente interessanti e tutti hanno veramente qualcosa da dire. Su tutto e tutti domina un senso di solitudine e di fatalità dove, però, nell'ultima parte affiora una voglia di riscatto morale. Ma siamo in un noir, e questo riscatto avverrà solo dopo un bagno di sangue e non prima (attenzione: parziale spoiler in arrivo!) di una simbolica rinuncia alla vendetta. Film molto violento, freddo, ma (come ho già detto) anche piuttosto notevole. Colpiscono l'eleganza della messinscena in generale e i toni freddi della fotografia (grazie ai quali, però, risaltano ancora di più i momenti di violenza) che usa soprattutto colori funerei e colpisce anche l'apparente lentezza della narrazione che trasmette l'inquietante sensazione che tutte le situazioni possano degenerare da un momento all'altro. E, nonostante tutto, il regista lascia scorrere, in filigrana, una vena di salutare ironia che non guasta mai. Brother non è tuttavia uno dei migliori film di Takeshi Kitano, la violenza un po' troppo parossistica ed esasperata, ed è anche un film che forse non riesce a dire completamente tutto ciò che vorrebbe, ma può bastare. Brother per gli amanti del noir e dello yakuza-movie è imprescindibile. Voto: 6+

lunedì 18 gennaio 2021

Steamboy (2004)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 18/01/2021 Qui - Mi è sempre piaciuto lo Steampunk, vuoi per la poeticità del vapore che trasuda da ogni diavoleria meccanica, vuoi per la bellezza della Londra vittoriana (l'epoca in cui il film è ambientato) e dei boulevard parigini, o per la capacità di sposare in maniera del tutto naturale l'antico e il moderno. Così quando ho saputo di questo film ero molto interessato, e sapendo poi che il suddetto fosse stato diretto dal Katsuhiro Ōtomo già autore del mitico Akira (che ritengo comunque più importante che bello), più che interesse, trepidazione. Purtroppo però non che Steamboy mi abbia deluso, ma mi aspettavo di più sul piano narrativo. Perché i contenuti ci sono, in Steamboy dopotutto saltano fuori tutti i lati più oscuri e marci dell'animo umano e certamente spinge a riflettere (sull'insensata guerra e sull'uso benevolo o malevolo della tecnologia), ma ahimè il film non riesce a decollare del tutto, a causa di una trama poco sviluppata e a volte prevedibile. I characters hanno poco mordente, né sono parte integrante di elementi né esaltanti né angoscianti, in poche parole vi è una carenza di pathos, d'emozioni e di attrattiva piuttosto pesante che solo in parte l'oggettivo splendore del comparto tecnico e di una regia eccezionale riescono a colmare. E tuttavia l'ho trovato nel complesso e in conclusione un film piacevole. Certo, rimane quella sensazione di incompletezza, perché possedeva tutte le carte in regola, ma purtroppo sono state mal giocate, risultando un capolavoro mancato. Rimane comunque un'opera più che buona di pregevole fattura. Voto: 6,5