Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 18/01/2021 Qui - Non ho mai amato il cartone degli anni '80 di Lamù (anche se lo vedevo abbastanza spesso), perciò ho sempre evitato di leggerne o vederne di cose a lei inerenti. Ma poi, dopo aver letto qualcosa in merito, dopo aver sentito qualcuno lodare questo suddetto film, a detta di molti il migliore di quelli realizzati tratti dal manga omonimo, ho deciso di provare. Il risultato? Inaspettato. Non ero a conoscenza della trama "bolla/spazio temporale" del film, altrimenti l'avrei visto molto prima, giacché i film così fatti mi piacciono parecchio, e infatti proprio per questo particolare (ma non solo) che ho apprezzato questo discreto film d'animazione, che dimostra che anche da una trama banale si può creare qualcosa di incredibile, dando vita a una trama che procede lenta e senza musiche, è vero, ma che risulta entusiasmante per la sua vena thriller-psicologica. Fin dall'inizio del film, privo di una sigla d'apertura, si viene catapultati in un'atmosfera quantomeno disarmante. Per l'intera durata del cartone animato sembra aleggiare instancabilmente un dubbio inesauribile: sogno o realtà? Le parti di maggior comicità sono per lo più dei siparietti movimentati con qualche sprazzo d'ironia, ma non si va molto più in là. E' un lungometraggio che si concentra più sul lato esistenziale e filosofico, il che da un lato risulta abbastanza intrigante, ma dall'altro lato, alla lunga, può stancare, e soprattutto si ride ben poco. Nonostante ciò, bel film, nato da una bella idea (per quello che so dell'universo Lamù). Un esperimento che nell'insieme fa presa, che ha una sua attrattiva e che val la pena di vedere, anche sola una volta. Ecco, per dire, difficilmente rivedrei, non è infatti uno di quei lungometraggi che io andrei a guardare più volte senza mai stancarmi. Di Mamoru Oshii, regista del film, gli preferisco Ghost in the Shell a questo, tuttavia nessun pentimento, anzi. Voto: 7
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