Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 18/01/2021 Qui - Fulminante esordio per Satoshi Kon che, attraverso una contorta implosione a scatole cinesi, ci inchioda al cospetto di uno scenario a dir poco disturbante, decisamente allucinato (grazie anche al minuziosissimo design sonoro che contribuisce e molto alla creazione dell'atmosfera e della suspense). Impossibile non accostare questo film ad American Psycho o a Il cigno nero, impossibile non rimanere affascinati da un film maturo come questo (destinato solamente ad un pubblico adulto), non è infatti il classico film d'animazione (c'è praticamente di tutto, proprio tutto). Trattasi difatti di un thriller psicologico particolarmente cervellotico soprattutto nella parte conclusiva, il regista guarda palesemente a Hitchcock (ma anche a De Palma) e a sua volta fungerà da ispirazione per tanti registi e sceneggiatori Hollywoodiani che dall'intersecarsi dei piani narrativi, in particolar modo tra quello reale e immaginifico, ricaveranno le loro maggiori fortune (un nome su tutti, David Lynch). Protagonista è Mima, una cosiddetta Idol, la carriera musicale però sembra andarle stretta e su consiglio dei manager decide di passare al cinema. Dapprima piccoli apparizioni in una serie televisiva, ma ben presto il suo ruolo diventa centrale. Questo grazie alla pubblicità ottenuta per aver accettato una scena decisamente forte e per alcuni scatti di nudo finiti su parecchie riviste. Arriva la notorietà, però i fans restano spiazzati da questa svolta radicale, e la stessa Mima sembra perdersi tra l'identità casta e pura incarnata nella precedente vita professionale e questo nuovo mondo in cui per far carriera è disposta a tutto o quasi. Ad accentuare il suo disagio ci pensa un misterioso stalker che utilizza internet (ancora agli albori, interessante notare come la protagonista non sappia neppure come funzioni) per perseguitarla. Inizieranno a fioccare gli omicidi, tutti legati all'entourage della nuova stellina. E mentre gli indizi sembrano non lasciare dubbi il regista ci regala un epilogo inaspettato, decisamente avvincente e tutto sommato credibile. Insomma, un eccellente esordio per Satoshi Kon, il suo percorso sfortunatamente non sarà lungo (morirà prematuramente nel 2010), ma da qui in poi non si è fermato, per fortuna ho ancora da vederne. Perfect Blue è un film d'animazione (tratto da un romanzo di Yoshikazu Takeuchi) assolutamente originale, trattasi probabilmente del primo psycho-thriller della storia dell'animazione mondiale, brillantemente convincente, che sfrutta a perfezione il mezzo del cartone animato, non si sarebbe prodotto un risultato così valido in un film con attori in carne e ossa (chiedere al live action del 2002, che tuttavia non ho intenzione di vedere). Un piccolo gioiello. Voto: 7,5
Nessun commento:
Posta un commento