Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 25/01/2021 Qui - Diretto da Ali Abbasi, alla sua opera seconda, Border può essere visto come una variante del classico tema, più volte esplorato da letteratura e cinema, del binomio bruttezza esteriore/bellezza interiore: infatti la protagonista femminile è una persona non certo bella ma una lavoratrice scrupolosa e zelante e anche molto sensibile. Contrariamente ad altre opere, ad un "mostro" buono fa da contraltare una persona "brutta, sporca e cattiva", che circuisce ben presto ella per i suoi loschi e spregevoli scopi secondari. Il film funziona decisamente bene nella prima parte, quando il regista costruisce una favola contemporanea (il bosco, il bestiario animale) improntata sullo studio di due outsider ma, una volta rivelata la componente fantastica, l'autore di origine iraniana si lascia un po' prendere la mano e la troppa carne al fuoco, sia a livello di temi affrontati (traffico di esseri umani, dicotomia tra umani e creature fatate, attrazione/repulsione, nascita, maternità o paternità, maschio/femmina/trasgender) sia di generi (poliziesco, fantasy e horror), soffre di gravi scompensi narrativi e di riuscita finale. Egli vorrebbe creare una pellicola disturbante e, in parte riesce nell'intento, con tutta l'anzidetta prima parte, condita di tanti bei primi piani in cui scruta nell'animo dei due protagonisti, ma poi si lascia andare e indugia su scene in cui scende nei troppo particolari, lasciando ben poco all'immaginazione e dà vita a più di una sequenza rivoltante. Bravissimi i due (irriconoscibili) protagonisti, grazie ad un lavoro di make up a dir poco eccezionale, che ha addirittura ottenuto una candidatura agli Oscar nella categoria. Border è un film di sicuro interesse, che tuttavia non mantiene tutte le sue promesse. Voto: 5
Nessun commento:
Posta un commento