Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 18/01/2021 Qui - Ispirato al famosissimo film di Fritz Lang da cui prende anche il titolo, questo Metropolis in salsa anime è sicuramente un buon e gran bel prodotto, seppur non perfetto. Interessante il character design che dovrebbe rifarsi direttamente al lavoro di Osamu Tezuka, che realizzò nel lontano 1949 il fumetto da cui (moltissimi) anni dopo il regista Rintaro e Katsuhiro Otomo (qui nelle vesti di sceneggiatore), hanno preso spunto per realizzare questo film. Purtroppo l'unione di tre grandi nomi dell'animazione giapponese non ha prodotto quel capolavoro che era lecito aspettarsi, il difetto principale è da ricercarsi in alcuni punti eccessivamente statici e noiosi oltre che sull'improbabilità di alcune soluzioni narrative. Detto di questi difetti il film però appare splendidamente realizzato, curato in maniera mirabile e caratterizzato da uno stile retrò che ben si fonde con le ambientazioni futuristiche. Buona la fusione tra disegni animati e la computer grafica. Ambienti e personaggi sono efficacemente delineati ed interessante appare l'approfondimento psicologico dei protagonisti ed in particolare del rapporto tra Tima ed il giovane Kenichi (i due protagonisti di questa favola apocalittica sui pericoli derivanti dall'incontrollabilità del potere). Ottima la colonna sonora a base di un jazz molto "nervoso". La storia (ambientata in un mondo retrofuturistico dove gli umani e i robot vivono insieme, ma non in armonia) è perennemente ammantata da un velo malinconico che rende emozionanti svariate sequenze, ma ciò che rimane indelebilmente impresso nella mente è lo splendido ed apocalittico finale che si dipana sulle note della suggestiva I can't stop lovin'you di Ray Charles, un vero colpo di genio da parte del regista. Voto: 7
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