martedì 12 novembre 2019

Black Mirror: Bandersnatch (2018)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 11/11/2019 Qui
Tema e genere: Scritto da Charlie Brooker e diretto da David Slade, pensato come parte del franchise di Black Mirror, Bandersnatch è un film interattivo (cioè un'opera che permette al suo spettatore di scegliere l'avventura che il protagonista sarà costretto a vivere) di Netflix. Un film che, come in quasi tutti gli episodi della serie, ci rapporta con la visione pessimista e decedente della tecnologia e della modernità.
Trama: 1984. Il giovane programmatore britannico Stefan Butler sta progettando di trasformare in un videogame il libro fantasy Bandersnatch. Man mano che procede la sua stessa realtà comincia a farsi via via più aggrovigliata.
Recensione: Dal 2011, la serie antologica britannica Black Mirror continua a portare ansie e paure contemporanee sui nostri schermi, mascherandole con tinte distopiche. E li riporta anche questa volta, tramite un film particolare, tramite un film interattivo (che, in alcuni punti, lascia decidere allo spettatore la direzione in cui far proseguire la trama) ma non innovativo, i primi librogame che hanno adottato questa "tecnica" risalgono ad oltre 30 anni fa e da un decennio a questa parte la cosa si è evoluta ulteriormente nei videogiochi, con la nascita di titoli come Life is Strange o il The Walking Dead della Telltale che hanno lasciato un segno importante nel settore, per la tv però si tratta di un terreno ancora poco esplorato (anche se per Netflix a quanto pare non è questa la prima volta). Black Mirror: Bandersnatch infatti, anche se discostato sul piano tecnico, è parte in tutto e per tutto dell'universo che abbiamo imparato a conoscere, così come anche i temi trattati sono fortemente legati alla tecnologia (passata o presente che sia). Rimangono abbastanza intatte, inoltre, le atmosfere paranoiche e destabilizzanti (e in questo senso non si rimane delusi). Ispirato in parte da vicende reali (come lo sviluppo di un videogioco mai pubblicato dal nome, appunto, Bandersnatch) e altre totalmente fittizie, questo film interattivo vede come protagonista Stefan Butler, un giovane sviluppatore "casalingo" alle prese con la creazione di un videogioco per l'epoca avveniristico. Il progetto però si rivela sempre più impegnativo man mano che si avvicina la data di consegna ed il ragazzo, che ha già problemi di suo ed è seguito da una dottoressa, comincia a perdere gravemente il senno. Ed è così che inizierà a dipanarsi il filone narrativo principale, che riserverà non poche sorprese, che si diramerà in tante biforcazioni, che decideremo noi. A tal proposito una importantissima nota, non avendo Netflix non ho potuto scegliere io, sì perché paradossalmente è stato qualcun'altro a farlo per me, infatti ho semplicemente visto le scelte compiute da non saprei chi (forse dalle scelte predefinite della piattaforma streaming?), che mi ha portato comunque a vedere tutti i possibili finali. E mi sono sentito come in parte si sente anche il protagonista del film, con la sensazione di non aver il controllo delle sue azioni. In tal senso ciò che il film vuole proporci per gran parte della sua durata è una riflessione sul libero arbitrio, con alcune digressioni sui viaggi nel tempo e le realtà parallele, e in parte vi riesce.
In parte perché anche se ci troviamo di fronte ad una storia ben fatta e strutturata, girata decentemente, che colpisce per l'impianto narrativo, studiato brillantemente in ogni bivio possibile (notevoli le rotture della quarta parete, con occasioni in cui ci viene persino mostrato il set in cui si sta girando la scena), molto si perde a causa proprio della struttura complessa, tante sono infatti le cose che rimangono non solo abbozzate ma inesplorate. La durata di Black Mirror: Bandersnatch, che dal punto di vista ideologico è estremamente autoreferenziale (giacché quest'ultimo parla di se stesso, del gioco, del film, parla di Black Mirror, facendo riferimento ad altri episodi, a tal proposito qui la recensione della quarta stagione, e parla persino di Netflix), è tutto sommato buona (che nella mia esperienza si è rivelata essere di 90 minuti, permettendomi di esplorare appunto i vari finali ma non tutte le scene), seppur la struttura traballa in alcuni casi. L'interpretazione dei singoli attori è discreta, ma nessuna di esse fa gridare al miracolo. Fionn Whitehead è però perfetto nei panni di Stefan e riesce a riportare sullo schermo i lati più oscuri della mente del protagonista, senza però cadere nell'eccesso. Riesce a farsi notare anche Will Poulter interpretando Colin, visionario sviluppatore di videogiochi, unico altro personaggio a cui viene dato il tempo e lo spazio necessario per non rimanere solo un elemento funzionale allo sviluppo della storia. Gli altri comprimari infatti, complice anche la natura frammentaria della storia interattiva, devono accontentarsi di ruoli facilmente inquadrabili dallo spettatore. E insomma concettualmente interessante ed intrigante, certo, il tipo di interattività (in generale) che offre non è nulla di avveniristico e per gli standard della serie (anche quelli più recenti) la storia e le tematiche proposte lasciano un'impronta fin troppo labile nella memoria, d'altro canto almeno per tutto il tempo della visione il film riesce a divertire ed incuriosire, tenendo incollati allo schermo per diverso tempo (anche per due ore probabilmente). Tuttavia non semplice è esprimere un giudizio complessivo su questo esperimento tentato da Black Mirror. L'esito è positivo, ma le sue diramazioni e i suoi finali difficilmente riescono ad unirsi sotto un unico verdetto. Pur avendo esplorato (solo visto) diversi percorsi, sono certo che altro materiale sia rimasto ancora da scoprire. Quello che maggiormente colpisce, alla luce della visione (la mia random), è la finalità del progetto, che pone tutti i partecipanti alla messa in scena (spettatore compreso) davanti a un unico interrogativo: chi ha davvero il controllo? Una cosa comunque è certa, non è sicuramente un esperimento cinematografico da elevare ai massimi livelli, ma nemmeno da sottovalutare.
Regia/Sceneggiatura/Aspetto tecnico/Cast: Tecnicamente, l'episodio è ben riuscito e l'idea ben sviluppata. Si riconosce piuttosto facilmente la scrittura di Charlie Brooker, che ha confezionato una trama ansiogena, inquietante e (a tratti) disturbante, ma che, se comparata ad altri episodi della serie, soffre in alcuni casi il confronto, ma d'altronde stiamo discutendo di qualcosa di leggermente diverso dalle normali puntate dell'opera. Dal punto di vista registico c'è poco da rinfacciare a Bandersnatch: pur essendo un prodotto pensato per il piccolo schermo, la regia è assolutamente di qualità elevata. Grazie a una fotografia molto accurata e a movimenti di camera azzeccati, lo spettatore si trova assolutamente coinvolto nell'episodio. Un aspetto sicuramente di pregio è il cast coinvolto, composto principalmente da Fionn Whitehead (che aveva debuttato nel mondo del cinema grazie a Dunkirk di Christopher Nolan) che interpreta Stefan Butler, Will Poulter (The Maze Runner, The Revenant) nei panni di Colin Ritman e Asim Chaudhry (People Just Do Nothing, High & Dry) nel ruolo di Mohan Thakur, tutti e tre perfettamente in parte e inseriti in un contesto storico efficace. Quest'ultimo è supportato da dei riferimenti diretti agli anni '80, dalla musica, fino ai film e ai videogiochi dell'epoca, che donano maggiore realismo alla vicenda.
Commento Finale: Per la sua natura tanto intricata è praticamente impossibile parlare della storia da un punto di vista critico. Diciamo che l'intento di Bandersnatch era creare un Choose Your Own Adventure che non desse scampo all'attenzione dello spettatore e non c'è dubbio che ci sia riuscito. E non si può che esserne impressionati: il lavoro di produzione, sceneggiatura e recitazione è mastodontico. Con una trama interessante e con dei plot twist degni di nota Black Mirror: Bandersnatch svolge in modo molto buono il suo compito. Non stiamo parlando di un'opera perfetta (alcune scelte, narrative o meno, non convincono), ma tutto sommato di un primo esperimento. Un tentativo ben riuscito che tuttavia non fa gridare al miracolo, ma che fa assolutamente ben sperare per future produzioni di questo tipo.
Consigliato: Al di là dei difetti, il film è in grado di offrire svariate ore di buon intrattenimento. L'importante è approcciarsi alla visione senza troppe pretese, ma con una bella carica di curiosità e della vera e propria voglia di divertirsi, giocando o meno.
Voto: 6,5

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