Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/10/2021 Qui - Come la serie The Loudest Voice, Bombshell di Jay Roach racconta (non benissimo e non dettagliatamente in confronto alla succitata ben migliore miniserie) lo scandalo dello sfruttamento sessuale, con abusi fisici e psicologici, che ha coinvolto Roger Ailes, guru e capo di Fox News, braccio televisivo armato della destra conservatrice americana. Le tappe della vicenda sono narrate inseguendo la verosimiglianza attraverso il trucco che trasforma i volti degli attori per renderli simili agli originali, con una operazione "mimetica" riuscita che resta però piuttosto in superficie (esagerato l'Oscar per il make up). Tre donne protagoniste con punti di vista differenti, sull'abuso sessuale negli ambienti di lavoro e sulle ripercussioni psicologiche derivanti, un film denuncia che tuttavia risulta poco avvincente nonostante le buone prove delle tre attrici (Charlize Theron, Nicole Kidman e Margot Robbie) e di John Lithgow quasi irriconoscibile nei panni di Ailes. Perché la vicenda in verità qui viene raccontata con un taglio abbastanza ambiguo, a metà strada tra la commedia della prima parte (un po' fuori luogo, come anche le rotture della quarta parete) ed appunto il dramma di denuncia. In generale è una pellicola che fa discretamente il suo dovere, ovvero informare se non sensibilizzare su di un fatto di cronaca scandaloso scegliendo la strada della spettacolarizzazione cinematografica (evitabile certa retorica, ma il messaggio è comunque chiaro). Tuttavia pur essendoci parecchi spunti di riflessioni non tutti sono trattati in maniera adeguata, di conseguenza non è uno di quei film che lascia particolari tracce. Tanto che, film interessante, ben diretto (dal regista di All the Way e soprattutto L'ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo) ed interpretato, ma resta la sensazione di un'occasione persa per un "dietro le quinte" più incisivo. Voto: 6+
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