Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 05/10/2021 Qui - Nutro profondo interesse circa la leggenda (o verità) degli zombie haitiani: persone a cui uno stregone somministra una potente droga, la tetrodotossina, e dopo averli fatti credere morti li usa come schiavi privi di volontà. Questo film si basa sul libro scritto dall'antropologo che avrebbe portato a conoscenza del mondo questa triste faccenda e onestamente la narrazione si destreggia bene in un ambiente ostile e chiuso, vittima delle superstizioni e della paura come quello di Haiti, tra riti Voodoo sempre in bilico tra moderno e tradizionale. La rappresentazione è suggestiva e, sebbene densa di simbolismi e scene oniriche, rimane pur sempre ancorata alla realtà scientifica. Purtroppo Wes Craven nella parte finale non ce la fa a resistere alle più commerciali chimere dell'horror da serie B ed inscena situazioni troppo sovrannaturali che contrastano con lo spirito più realistico di tutta la parte precedente della storia propinando sequenze che un po' aveva già mostrato in Nightmare ed un po' riciclerà nel successivo Sotto shock. Sarebbe stato meglio se avesse mantenuto tutto sul film dossier mistico-drammatico, così invece ne esce un lavoro che risulta riuscito ma non del tutto. Ciò nonostante, devo ammettere che l'atmosfera è unica, e pur non avendo apprezzato il film nella sua totalità, sono rimasto piacevolmente stregato dal fascino dei riti tribali e della stregoneria. Infatti, per questo motivo, ma non solo per questo motivo (per alcune scene horror comunque ben congegnate e per la prova più che buona del cast, Bill Pullman in particolare), riesco ad arrivare facilmente alla sufficienza, e forse a qualcosa in più. Perché seppur non memorabile è abbastanza soddisfacente, ma soprattutto interessante a vedersi, anche perché è uno dei pochi che parla di zombie e non si allinea ai punti di vista di Romero. Alla fin fine davvero non male. Voto: 6,5
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