Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 05/10/2021 Qui - Una sorta di riuscitissima fiaba nera diretta da Wes Craven nel 1991, un originale e inventivo horror tendente piuttosto decisamente al thriller più che al gore o allo splatter, capace di tener col fiato sospeso gli spettatori. Durante il prologo può apparire già visto e scontato, ma man mano che procede, La casa nera (ma il titolo originale significa La gente, le persone sotto le scale), mostra gradualmente una serie di qualità non trascurabili. Oltre alla recitazione (piuttosto bravi i ragazzi, "Matto" e Alice, e i due genitori pazzoidi, interpretati da Everett McGill e Wendy Robie, ovvero i coniugi Hurley di Twin Peaks, si fa notare anche un "giovane" Ving Rhames), al ritmo serrato e alla regia, la scenografia. Difatti, la grande trovata del film è senza dubbio la casa, un labirinto di cunicoli, intercapedini, canali di aerazione, scivoli, camini che la attraversano orizzontalmente e perpendicolarmente. La macchina da presa di Wes Craven insegue i ragazzi tra le insenature di quella che può tranquillamente annoverarsi tra le dimore più inquietanti mai comparse sul grande schermo, e costringe lo spettatore ad un tour de force spaventevole che difficilmente avrà modo di dimenticare. Un film pienamente riuscito, profondamente inquietante, che non manca anche di esibire un sotto-testo di critica sociale, e si conclude con un finale pirotecnico assolutamente inaspettato. Una pellicola cattiva ed esilarante, tra le più originali del buon Wes Craven (anche se il Top lo si trova in ben altro). Non perfetto, ma comunque notevole, e sicuramente da vedere. Voto: 7
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