Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 13/10/2021 Qui - La ricerca del padre ha in questo riuscito (ma non eccezionale) lavoro della Pixar un significato metaforico, si tratta di un racconto di formazione i cui significati sono "stratificati" con simbologie diverse a seconda della fascia di età dello spettatore. Il versante puramente spettacolare è come sempre accade di alto livello, con una magnifica ricostruzione di una società alternativa (l'universo costruito è ricolmo di colori, scenografie suggestive e personaggi con un ricco background) che ha perso la magia a favore della tecnologia (una critica forse leggera nell'economia del film ma giusta). L'espediente è quello solito del viaggio on the road che porta anche alla conoscenza di se stessi, non mancano perciò svariati luoghi comuni sparsi a riempire i vagabondaggi di due fratelli e del loro padre, metà di qua e metà nell'aldilà. Un film che mostra il suo lato emotivo e più divertente nella seconda parte, in quello che è un susseguirsi di crescente azione. L'immaginario fantasy integrato con l'ambiente urbano è arricchito da un percorso rocambolesco che ricorda Indiana Jones, con trabocchetti e trappole. Un'avventura quindi classica, ma appagante, completa ed emozionante come da tradizione Disney. L'utilizzo della magia permette qua e là di sbizzarrirsi in trovate divertente e ben congegnate. E tuttavia, per quanto esso rimanga un buonissimo film (sicuramente meritevole di una candidatura all'Oscar), non ha la forza di imporsi. Qualche forzatura, qualche cliché ed a livello grafico non è un lavoro strepitoso questo (non come altri almeno), però sì, è godibile. Non rimarrà infatti nella storia, ma fa (ed abbastanza bene) il suo sporco lavoro di intrattenimento. A conti fatti, e nonostante tutto, il 22° lungometraggio d'animazione Pixar (il secondo diretto da Dan Scanlon dopo Monsters University del 2013) merita indubbiamente la visione. Voto: 6,5
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