Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 05/10/2021 Qui - Altro film horror di Wes Craven dall'idea potenzialmente originale ma che visto sullo schermo non rende purtroppo al meglio. E tuttavia tra alti e bassi è un film ancora guardabile, un film horror fantastico incentrato (come facilmente intuibile) su un folle serial killer che torna in vita sotto forma di elettricità dopo essere sopravvissuto alla sedia elettrica, a cui poco si può contestare sotto l'aspetto tecnico. Comunque il film fatica a mantenere una certa tensione, e di certo non è facile da giudicare, perché al suo interno ci sono sia elementi positivi che delle cadute clamorose. Ancor prima di Scream, ma in maniera meno plateale Wes Craven opera una sorta di autocitazione del proprio cinema in primis e dell'horror in generale, riciclando sé stesso da Nightmare e di altre pellicole di quegli anni. La buona prova di Mitch Pileggi (il Walter Skinner di X-Files) nei panni Horace Pinker offre un serial killer con bastardaggine e cattiveria all'altezza del primo Freddy Krueger e la regia di Wes Craven è più che buona. Si avverte però un notevole disequilibrio con la parte finale del film, a mio parere sopra le righe con quanto si era visto fino a quel momento. Un passaggio fin troppo repentino che non si è ripresentato con il successivo Scream dove horror e ironia sono miscelati in maniera migliore (molto interessante è invece la colonna sonora). Non aiuta nemmeno una sceneggiatura tutt'altro che impeccabile e con evidenti carenze di logica (anche per un horror), ma tutto sommato è un film più sperimentale di quanto mostri. Un film/horror che (appunto) rigioca coi sogni, beffardamente ironico, come si usava all'epoca, ma teso e sanguinario, retto da un Peter Berg (futuro buon regista) impavido eroe sull'orlo di una crisi di nervi. Si poteva fare decisamente meglio questo sì, ma così com'è è pur sempre un prodotto più che dignitoso, un prodotto bizzarro clamorosamente godibile. Voto: 6+
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