Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 05/10/2021 Qui - Conservando i fanatismi familiari e l'oppressiva ritualità de Le colline hanno gli occhi, Wes Craven si immette lungo la via dello slasher degli anni Ottanta abbinandone le soggettive a simboli minacciosi (ragni, scritte sui muri, spunti demonologici) e uscendone con un epilogo che vira inaspettatamente verso l'irrazionale (una scena visivamente suggestiva e spiazzante ma non del tutto soddisfacente). Un lavoro diretto con stile che in alcune sequenze quasi a sé stanti (il granaio, l'incubo con il ragno, la vasca, l'assalto e l'incendio dell'auto, l'apertura del pavimento), prefigura i sadici tranelli e le mortifere scorrerie oniriche provocate da Freddy Krueger. Una fotografia abbastanza curata, qualche buon colpo di scena ed alcune sequenze, che fanno di questo film una specie di prova generale per il futuro Nightmare. La storia per quasi tutto il tempo mantiene una certa atmosfera intrigante e di notevole tensione, anche se non mancano le incongruenze e alcuni errori tecnici, accompagnando lo spettatore in una visione abbastanza coinvolgente nonostante l'intuibile evolversi dei personaggi. Un difetto del film è sicuramente il ritmo, discontinuo e un po' annacquato nella parte centrale. Suggestivi invece i paesaggi rurali e azzeccato l'accompagnamento musicale di James Horner (futuro premio Oscar). Il cast fa il suo, Michael Berryman fa sempre impressione (in tutti i sensi), Ernest Borgnine bravo come capo spirituale ma io non riesco a non ricordarlo come il tassista in 1997: Fuga da New York, le protagoniste sono tutte uguali e senza grandi doti, si nota però una giovanissima e (già) bellissima Sharon Stone, per fortuna comunque che tali giovini ragazze ci mostrano qualche nudità tanto per gradire. Sicuramente poteva essere più curato e meno enfatico nella parte finale, ma comunque lo giudico sufficientemente valido. Voto: 6
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