Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 17/06/2020 Qui - Un piccolo cult degli anni '80, uno dei tanti di John Carpenter, anche se non il mio preferito, personalmente è per esempio lontanissimo dalla bellezza estrema di Grosso Guaio a Chinatown. Belle le atmosfere notturne di una New York abbandonata a se stessa, anche se lo spunto migliore è il personaggio di Jena (Snake) Plissken: Kurt Russell con quella benda sull'occhio è veramente cazzuto. L'idea di base (rendere l'isola di Manhattan un carcere formato città) è sicuramente bella e originale (tanto che è stata clonata una miriade di volte, anche in campo videoludico) forse si poteva fare qualcosa di meglio per quel che riguarda il ritmo dello svolgimento (soprattutto conoscendo ciò che è in grado di fare il regista statunitense) che è piuttosto altalenante. Nulla viene rivelato sul futuro tratteggiato da Carpenter nel 1997, eccetto una esplicita critica ai poteri forti e alla figura del politico, che però si palesa solamente nell'azzeccato e beffardo finale. Belle le musiche, vero e proprio marchio di fabbrica del regista. Da notare anche la presenza di varie citazioni, su tutte quelle a George Romero e David Cronenberg. Eccezionale inoltre il cast dove figurano un Donald Pleasence e un Lee Van Cleef in grande spolvero. Parliamo comunque di un film/cult che mostra dei difetti che il tempo ha impietosamente messo in luce, tanto che mi è passato abbastanza velocemente, nel senso che è stato abbastanza leggero. Diciamo che non è un film epico, ma comunque è davvero bello. Ad Escape from New York (azione, fantascienza e tanto altro) mi sembrava poco però dargli sette, otto troppo, e così il sette e mezzo mi è sembrato il voto più giusto. Voto: 7,5
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