Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/06/2020 Qui - Scritto e prodotto da Guillermo del Toro, dall'omonima serie di racconti di Alvin Schwartz, e diretto dal norvegese André Øvredal (che dopo il sorprendente Autopsy dirige un altro buon horror), Scary Stories To Tell in the Dark è tutto quello che già evoca il titolo e molto di più. Horror d'atmosfera e con protagonisti degli adolescenti alle prese con le loro peggiori paure e creature spaventose, il film risente dell'influenza di Del Toro per come abbina vicende storico-politiche a quelle più fantasy, fiabesche, di mistero, per far risaltare il senso del macabro più nella realtà di un paese piuttosto che nei racconti di terrore. Non a caso l'ambientazione è quella del 1968 con la guerra in Vietnam e lo scandalo del presidente Nixon. La sceneggiatura affronta temi interessanti e ben approfonditi (come le psicologie o le caratterizzazioni dei personaggi): dinamiche familiari problematiche, intolleranza verso il diverso, isolamento come difesa dalle brutalità del mondo, sensi di colpa, rabbia, vendette. La regia, con stile asciutto ed elegante, sa valorizzare con efficacia questi aspetti, ben coadiuvato anche da un apparato tecnico-formale immaginifico e di alta qualità (nota di merito per le atmosfere, le location, e gli ottimi effetti speciali artigianali, poteva mica mancare Doug Jones? Certo che no). Una pellicola godibile e coinvolgente che, sotto la superficie, mostra le radici malate dei nostri tempi (bravi in tal senso gli attori). Una pellicola che non vuole inventare nulla e nulla ha di nostalgico, ma che si fa apprezzare. Voto: 6,5
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