venerdì 12 giugno 2020

The Room (2003)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 12/06/2020 Qui - Dopo aver visto le incredibili dietro le quinte nel fantastico The Disaster Artist ad opera di James Franco sulla travagliata lavorazione di questo film, avevo detto che nel vedere il bizzarro (per non dire di peggio) The Room mai mi sarei cimentato, però la curiosità già fermentava, e così quando c'è stata la possibilità non ho (ben sapendo a cosa andassi incontro) esitato. Perché quando si parla di questo film si parla di capolavoro trash assoluto, e così è, di una pellicola dalla dirompente, sebbene involontaria, potenza comica. The Room infatti (non so se il film peggiore di tutti i tempi, ma il più noioso, inutile e sconclusionato certamente), secondo gli intenti del regista di origine ungherese, voleva essere un intenso dramma sul tradimento all'interno di una coppia (Johnny ama Lisa che invece ama Mark, il suo migliore amico) ma finisce per diventare un'involontaria (e costosa inutilmente) sit-com (una sorta di puntata allungata di Beautiful), basata su dialoghi imbarazzanti, diretta (ed interpretata da tutti, in particolare dal regista stesso Tommy Wiseau) con totale inettitudine e senza alcun benché minimo senso del ritmo, ricca di situazioni paradossali, di buchi giganteschi e scene softcore che, anche grazie alle improbabili musiche scelte, sono incredibilmente comiche. Cioè praticamente l'antitesi di come non si dovrebbero fare i film, la definitiva incontrovertibile dimostrazione che il cinema è un'Arte con la maiuscola (per chi mai avesse avuto dubbi, si intende), che non ci si può improvvisare sceneggiatori, produttori, attori, né tantomeno registi senza disporre quantomeno di un'infarinatura, di qualche base tecnica. E così, indefinito ed indefinibile, The Room è un film tanto strampalato che dargli un voto è impossibile, e infatti quello che posso fare è appellarmi al voto politico, regalando la sufficienza per inadeguatezza. Voto: 6 (politico)

Nessun commento:

Posta un commento