venerdì 12 giugno 2020

Lake Mungo (2008)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 12/06/2020 Qui - Forse il mockumentary più realistico di sempre, stante il fatto che praticamente non ci sono quasi per niente le classiche scene riprese dal vivo bensì una serie di interviste di impressionante veridicità, stante il fatto che poi è una storia vera, ma per davvero davvero. Il film sembra partire come la classica storiella di fantasmi (la sedicenne Alice Palmer annega mentre sta nuotando con la sua famiglia in una diga ad Ararat, in Australia, dopo la sua morte nella sua casa cominciano ad accadere alcune strane cose, la famiglia della defunta chiede quindi aiuto ad uno psichiatra e ad un parapsicologo) ed invece ne viene fuori una vicenda molto articolata dove quasi subito si scopre che le cose non sono come sembrano, oppure si? Il regista Joel Anderson ci tiene sempre in bilico tra realtà ed immaginazione come se in ogni scena si tenesse un piede nel mondo dei vivi e l'altro in quello dei morti, il possibile horror lascia il posto prima al giallo di una scoperta inaspettata svelando inquietanti retroscena anche sul vicinato e poi al dramma di una famiglia che in realtà conosceva la propria figlia meno di quello che credeva facendo emergere i sensi di colpa della madre. Si inserisce anche il personaggio del sensitivo: autentico o ciarlatano? Affidabile o meno? Un susseguirsi di colpi di scena approfonditi dalle agghiaccianti immagini della presenza di Alice, sono vere, sono false? Quando si pensa di aver trovato il bandolo della matassa ecco che subentra un capovolgimento di fronte che ribalta tutto quello che si è visto e che non ci lascia in pace nemmeno nei titoli di coda, dando l'impressione che questo film non finisca mai, che l'orrore, il dolore e l'angoscia non abbiano mai fine. Tra i più inquietanti della storia del genere, ma da vedere se si ha l'occasione, ne vale la pena (sempre se si rispettano le sante regole dell'horror, da solo, di notte, assolutamente no). Voto: 7 [Qui Scheda]

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